Farmacista finisce in tribunale
GOSALDO. La dottoressa non era ancora in farmacia. Una seconda scatola di un farmaco contro l’ipertensione consegnata al paziente da un uomo senza camice bianco e distintivo, ha configurato l’ipotesi di reato di esercizio abusivo della professione. Quella iniziale era di lavoro nero, perché il soggetto presente al banco non aveva alcuna posizione lavorativa.
A Gosaldo, l’accertamento della Guardia di finanza del 22 marzo 2013 era partito dagli scontrini regolarmente emessi a dei clienti.
Accertamento finito in tribunale per Filippo Augusto Corona e per la farmacista Eleonora Lamberti, con l’accusa di concorso. Dopo aver sentito il finanziere agordino e il carabiniere in servizio alla procura della Repubblica, il pubblico ministero Rossi ha chiesto al giudice Feletto la condanna a un mese di reclusione per ciascuno dei due imputati, ritenendo provata la loro penale responsabilità. Corona è difeso da Fioraso, Lamberti da Morettin ed entrambi gli avvocati hanno ribattuto all’accusa con l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Per la dottoressa, in subordine il minimo con la concessione delle attenuanti generiche e la conversione della pena detentiva in pecuniaria. Non c’è il dolo. La prima scatola di Olprezide era stata ritirata il 18 marzo: l’altra è stata ordinata quello stesso giorno ed entrambe le confezioni sono state pagate. Il 22 è stato acquistato un prodotto per le unghie e lo scontrino è uscito dalla cassa alle 8.40, cinque minuti prima dell’orario di apertura. Lamberti sarebbe arrivata una decina di minuti dopo e questo l’hanno confermato anche i militari.
Il giudice Feletto ha rinviato al 21 giugno per eventuali repliche e soprattutto la sentenza di primo grado. (g.s.)
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