Faronato (Usl 1): «La vera sfida è l’assistenza domiciliare»

BELLUNO. «Dobbiamo ripensare il modello assistenziale, puntando soprattutto sul sistema dell’assistenza domiciliare. Quello dei posti letto, infatti, è un falso problema, visto che nel tempo molti di...
Convegno sulla sanità in montagna
Convegno sulla sanità in montagna

BELLUNO. «Dobbiamo ripensare il modello assistenziale, puntando soprattutto sul sistema dell’assistenza domiciliare. Quello dei posti letto, infatti, è un falso problema, visto che nel tempo molti di questi sono già stati tagliati. Il motivo è semplice: il nuovo sistema sanitario non prevede più tanti ricoveri. Le nuove sfide sono le telemedicina e la rete domiciliare».

Così il direttore generale dell’Usl 1, Pietro Paolo Faronato ieri pomeriggio nel corso del convegno organizzato dal Rotary Club, Lions club e dal Soroptimist al centro congressi Giovani XXIII dal titolo “Sanità di montagna: modelli europei a confronto”.

Un convegno di respiro europeo (presenti direttori generali di ospedali di alcuni paesi di Francia, Svizzera, Carinzia, Slovenia), che ha visto l’assenza dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto e del segretario generale del comparto Domenico Mantoan, impegnati in altri incontri.

Sulla querelle dei giorni scorsi sulle schede ospedaliere e sui possibili 103 posti letto che dovrebbero essere tagliati in provincia, il dg Faronato getta acqua sul fuoco e con lui anche il collega dell’Usl 2 Rasi Caldogno. Per loro «le schede non sono così importanti, come invece lo è l’attivazione dell’assistenza sul territorio, visto che, con l’invecchiamento della popolazione l’incremento della tecnologia e la riduzione del numero di medici, c’è sempre meno bisogno di ricoveri all’ospedale, vista la cronicità delle malattie».

Rispetto alla prospettiva dei vertici delle due Usl provinciali, c’è poi la posizione dei sindaci Jacopo Massaro e Paolo Perenzin che, in qualità di presidenti delle Conferenze dei sindaci delle due aziende sanitarie bellunesi, chiedono un «occhio particolare al territorio montano vista la sua specificità che deriva proprio dalla densità stessa della popolazione», ma anche un «modello diverso rispetto alla pianura; abbiamo bisogno di creare alleanze tra tutti per ottimizzare le risorse sempre più scarse».

Sulla necessità di un ripensamento della sanità, senza però gettare al vento il modello italiano, si è detto convinto anche il presidente nazionale di Federsanità, nonché direttore delle Molinette di Torino, Angelo Lino Del Favero, che ha palesato la propria preoccupazione per i continui tagli in questo settore. (p.d.a.)

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