“Fatale” per i ladri la terza incursione alla Valdizoldo Spa
ZOLDO ALTO. Per due volte ci sono riusciti, alla terza hanno trovato sulla loro strada le pattuglie. Ai ladri di cavi di rame che martedì hanno dato l’assalto ai magazzini della Valdizoldo Funivie Spa è stata “fatale” la terza volta.
«Merito dei carabinieri della stazione di Forno di Zoldo», afferma Bruno Piva amministratore delegato della società impiantistica, «che sono riusciti ad intercettare il furgone che conteneva la refurtiva, sottratta nella notte fra lunedì e martedì».
Un furto da 50 mila euro complessivi. «Una vera disdetta», continua Piva, «un primo furto non ci aveva procurato grandi danni; un secondo furto scoperto il 17 luglio aveva invece causato alla nostra società, fra annessi e connessi, un danno economico stimabile in 200 mila euro circa, visto che era stato rifatto il lavoro. Quella volta erano stati rubati 6 mila metri di cavi in rame interrati a servizio delle piste Cristelin 1, Cristelin 2 e Foppe. Cavi che servono per l’impianto di innevamento e per l’illuminazione notturna delle piste. I malviventi, evidentemente dotati anche di buone capacità tecniche, avevano aperto i pozzetti dell’innevamento, avevano tranciato i cavi che correvano lungo una tubazione interrata e li avevano sfilati per poi caricarli su un mezzo. Del rame non si è più saputo nulla».
Adesso un’altra brutta sorpresa, finita però bene. «Dopo il ripristino delle linee per l’innevamento e l’illuminazione», racconta Piva, «erano stati raccolti tutti gli spezzoni di rame ed altro materiale che abbiamo depositato all’interno di un container. Martedì mattina gli operai avevano in programma la sistemazione dello stesso. Con meraviglia hanno constatato che il lucchetto era rotto. Sono entrati e si sono trovati davanti uno spettacolo desolante. Tutto era stato razziato e portato via».
«Mancavano all’appello», puntualizza Bruno Piva, «le reti da mettere lateralmente alle piste; spezzoni dei cavi di rame rimasti dopo i lavori eseguiti dopo il furto di luglio; materiali per i cannoni della neve; prolunghe dei cavi elettrici ed altri materiali».
Ma ai ladri è andata male: intercettati dalle pattuglie, hanno dovuto abbandonare il furgone con tutta la refurtiva. «Sono stato invitato dai carabinieri a presentarmi a Belluno per riconoscere se la merce sequestrata come appartenesse alla nostra società», dice Piva, «mi è stato detto che dopo il dissiquestro potremo andare a ritirarla. Ad ogni modo resta l’amaro in bocca per quello che è accaduto».
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