Fea de Lamon, si riparte aiutando gli allevatori

Saranno pagate le quote Arav per la certificazione dei capi e il veterinario, tra gli obiettivi quello di tornare sul Coppolo 

LAMON. Ha ripreso il timone che l’aveva vista in prima linea al momento della fondazione e con il rinnovato consiglio direttivo ha già stilato l’elenco degli impegni per quest’anno: sostenere gli allevatori della pecora razza Lamon, registrare i marchi della carne e della lana e completare la registrazione dei disciplinari. L’associazione Fea del Lamon si riaffida a Kim Tommasini per recuperare il tempo perduto e affrontare le novità, non tutte positive, che in questi ultimi anni gli allevatori hanno dovuto affrontare come il divieto ad accedere al pascolo del Monte Coppolo oppure l’atteggiamento del Comune di Lamon, che si è defilato dall’associazione diventando semplice interlocutore istituzionale.. Il direttivo insediatosi a fine settembre è già riuscito a mettere a frutto alcuni risultati, a cominciare dall’aumento dei soci, con l’adesione di alcuni nuovi allevatori e il rientro di qualche altro socio che aveva perduto entusiasmo.

IL RITORNO

«Sono tornata a fare la presidente», afferma Kim Tommasini, «per dare sostanza agli sforzi degli allevatori che sono quelli che sopportano il peso maggiore e meritano sostegno. Il clima nel direttivo è molto positivo e ciascun componente si occuperà di un aspetto specifico: chi della lana, chi dei rapporti con le istituzioni, chi del confronto e del supporto agli allevatori, chi seguirà i soci, chi gestirà la filiera della carne».

L’AIUTO AGLI ALLEVATORI

È in cima alla lista degli impegni del direttivo: «Daremo il contributo per pagare la quota Arav, non più versata dal Comune di Lamon», aggiunge la presidente, «per permettere di avere la certificazione puntuale dei capi. Offriremo un sostegno anche per le uscite del veterinario che non sono più pagate dall’Usl ma sono carico degli allevatori. Abbiamo stipulato un accordo con un veterinario che eseguirà le tre uscite lasciando agli allevatori il costo dei vaccini obbligatori. L’associazione non ha molti fondi, ma si tratta di un aiuto indispensabile per fare sentire valorizzato chi si occupa delle pecore. Ricordo che la pecora razza Lamon significa tradizione, cultura e territorio, visto che l’altopiano è terra di pastori».

QUESTIONE COPPOLO

L’accesso al pascolo che da generazioni è utilizzato dai pastori lamonesi ha subito l’anno scorso uno stop legato al pericolo del lupo. «Quest’anno contiamo di tornarci», spiega ancora Kim Tommasini, «ma non solo per il bene degli allevatori, bensì per garantire al Monte Coppolo, grazie alle pecore, quella biodiversità che andrebbe perduta. Aiuteremo i soci nella compilazione delle domande. Da parte dell’amministrazione comunale ci è stata garantita la possibilità di monticare rispettando il regolamento di polizia rurale. Il Coppolo è sempre stato dei pastori lamonesi, siamo consapevoli che esiste il problema del lupo di cui non è stata ancora certificata la presenza sull’altopiano lamonese, ma gli allevatori hanno bisogno di un pascolo perché altrimenti non possono accumulare il fieno per l’inverno nei terreni a valle e l’attività si complica. Se per qualche motivo sarà impedito il pascolo sul Coppolo dovremo trovare un piano B». —



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