Febbre del Nilo, l'Usl aspetta i test
Sempre grave l'anziana colpita da encefalite, oggi l'esito dei nuovi esami
La zanzara che trasmette il virus A destra l’ospedale
FELTRE. Sono gravi ma stabili le condizioni dell'anziana di Quero alla quale sono stati riscontrati i sintomi della febbre del Nilo. La donna è ricoverata in rianimazione. Oggi da Padova arriverà l'esito degli esami sui campioni di siero, dai quali si attende una conferma alla diagnosi. Condizioni critiche, ma senza variazioni significative. Dal Santa Maria del Prato, dove la donna di 86 anni è ricoverata, giunge un bollettino scarno. Il direttore sanitario di area medica Lorenzo Tognon distilla le informazioni in tre parole: «Nessuna variazione importante».
L'anziana resta nel reparto di rianimazione, dov'è stata trasferita dopo il passaggio in neurologia e il peggioramento delle sue condizioni. L'encefalite, causata con ogni probabilità dal virus, determina un quadro clinico critico, anche per l'età della paziente. E i medici preferiscono non sbilanciarsi. In ospedale prevale la prudenza. Il sospetto che si tratti del primo caso, per la nostra provincia, di West Nile, ossia di malattia infettiva trasmessa dalla zanzara culex, è forte. Ma sintomi e sospetti - rafforzati dai casi recenti registrati a Treviso - non bastano per sciogliere i dubbi. Per questo si aspettano i risultati della coltura vitale sui campioni di siero prelevati alla donna.
I test, svolti a Padova, daranno indicazioni decisive nella giornata di oggi. «Senza questi risultati non si fa niente», chiarisce Tognon. «In caso di positività, c'è un protocollo regionale molto preciso e lo seguiremo». E' presto, dunque, per ipotizzare un piano d'azione simile a quello attuato in provincia di Treviso, dove l'area del contagio è stata messa sotto controllo e dove sono state organizzate azioni di bonifica contro il proliferare della zanzara. Il protocollo regionale, che prevede il monitoraggio di altri casi sospetti e la sorveglianza sulle attività trasfusionali, potrebbe essere applicato alla zona di provenienza della donna contagiata, dunque il Basso Feltrino. Ma spetterà al dipartimento di prevenzione dell'Usl 2, una volta ottenuta la conferma della diagnosi, valutare il raggio di una possibile azione anti-contagio e decidere quali misure precauzionali adottare.
Nel Trevigiano i casi di infezione confermati dall'unità di microbiologia dell'ospedale sono sette. Gli ultimi due risalgono ad una settimana fa e riguardano una donna di 84 anni, affetta da altre patologie, e un uomo di 66 anni, che se l'è cavata senza ricovero. Tra i primi casi, invece, un'anziana di 87 anni di Gorgo al Monticano, poi deceduta per l'aggravarsi di altre patologie. Nel Veneto, al momento, è l'unico decesso. (cric)
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