Fedon 1919, quattro licenziati I sindacati: «È inaccettabile»

Cresce la preoccupazione per le sorti della storica azienda con sede in Alpago.  Femca Cisl, Filctem Cgil, Fiscascat e Filcams: «Martedì le assemblee»
Pieve d'alpago, 18 maggio 2006. sciopero alla fedon
Pieve d'alpago, 18 maggio 2006. sciopero alla fedon

Quattro lettere di licenziamento per “giustificato motivo oggettivo” sono state recapitate ad altrettanti lavoratori della Fedon 1919 con sede in Alpago. La notizia è arrivata solo giovedì all’attenzione dei sindacati di categoria, che da settimane cercano, senza successo, di incontrare la dirigenza.

«Da diversi mesi l’aria all’interno dello stabilimento era pesante, ma non si riusciva a capire di cosa si trattasse. E ora siamo di fronte al fatto compiuto», dicono Milena Cesca della Femca Cisl e Denise Casanova della Filctem Cgil, che stigmatizzano, insieme ai colleghi della Fisascat e della Filcams, «il grave e inaccettabile comportamento messo in atto dall’azienda».

La Fedon 1919 srl è una società interamente partecipata della Giorgio Fedon & Figli spa, nata l’anno scorso per unire tutte le attività riguardanti il business della pelletteria (la produzione ottica è stata lasciata alla spa). «Come sindacato», spiegano le sindacaliste, «avevamo mostrato perplessità e preoccupazioni circa questo passaggio. Come sindacato abbiamo gestito il trasferimento di una quindicina di persone dalla Fedon spa, dove continuano a lavorare circa 200 persone, alla nuova società, sottoscrivendo un accordo perché non venissero toccati i diritti acquisiti dei lavoratori. Malgrado questo, nel 2017, la perdita di bilancio della Fedon Spa è stata di 4 milioni di euro, perdita dovuta in gran parte a questa operazione».

La Fedon 1919 raccoglie non solo il personale impiegatizio, ma anche i dipendenti dei negozi, per un totale di una settantina di persone. «Ci troviamo di fronte ad un fatto assolutamente inqualificabile, perché avviene in seguito a due incontri: nel primo (a luglio) l’azienda non ha comunicato nulla di sostanziale né sul piano industriale né su eventuali riduzioni di organico, malgrado avessimo chiesto esplicite informazioni sullo stato di salute delle due aziende. Ci hanno riferito solo che era cambiato l’amministratore. Il secondo incontro, invece, previsto per mercoledì scorso, è stato rinviato. Martedì ci saranno le assemblee con i lavoratori e lì decideremo il da farsi».

Il sindacato è venuto a conoscenza che durante l’estate si è dimesso anche il dirigente responsabile della vendita del ramo d’azienda, mentre sarebbero stato assunti altri dirigenti, «con un aumento dei costi a carico dell’azienda», precisa Casanova. «Dopo 30 anni di relazioni industriali, dopo che la Fedon ha fatto del suo radicamento nel territorio la sua bandiera, è inaccettabile che nessuno abbia alzato il telefono per comunicarci questi licenziamenti», dice Cesca. «Questo fa pensare che dietro a tutto ci sia un disegno preciso. Per questo motivo siamo molto preoccupati per il futuro», concludono i sindacati. —


 

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