Fedon, Cafiero e Unifarco danno lavoro ai detenuti
A Baldenich la festa per il bicentenario del Corpo di Polizia penitenziaria La direttrice Paolini elogia i suoi uomini: «Pochi, ma sempre professionali»
Cerimonia per i duecento anni della Polizia Penitenziaria
BELLUNO. Anima e Corpo di Polizia penitenziaria. Duecento anni di storia, nel segno del lavoro e della sicurezza. Una professione difficile, tanto più se svolta con numeri inferiori all’organico previsto e senza concorsi alle viste. Nel carcere di Baldenich lavorano i 90 agenti in servizio (otto in meno) e si preparano a farlo i circa 100 detenuti affidati alla loro custodia. In attesa di riabbracciare la libertà, i reclusi si formano in aziende molto importanti come Fedon, Cafiero e Unifarco, grazie a un paio di coop sociali.
Il compleanno di quelli che una volta si chiamavano agenti di custodia è stato festeggiato nella sala convegni, con il comandante del reparto Domenico Panatta e la direttrice Tiziana Paolini a soffiare sulle simboliche candeline, alla presenza delle autorità civili e militari. L’impegno era già notevole in via Baldenich e lo è diventato ancora di più con l’apertura dell’Articolazione salute mentale, al posto della sezione femminile, che funziona a Venezia e in altri istituti del Veneto: «È senz’altro il settore che ci impegna maggiormente», sottolinea Paolini, «perché qui bisogna coniugare la gestione ordinaria con le patologie di cui soffrono queste persone. Ecco perché operiamo in sinergia con la Usl e i rapporti con la struttura sanitaria sono ottimi. Nell’intero carcere, i medici coprono 18 ore sulle 24 complessive. Il medico di base è presente per tre ore al giorno e le altre 15 sono affidate alla guardia medica. Nell’Articolazione, invece, funziona l’assistenza integrativa, con la presenza di infermiere, psicologo e psichiatra. Cerchiamo di gestire la situazione al meglio delle nostre possibilità, con le forze che abbiamo».
Gli altri detenuti sono in grado di lavorare e prepararsi al dopo pena: «Siamo al 60 per cento di lavoranti, su un totale di 101. La capienza ufficiale sarebbe di 90, tra maschile, transessuali (11), articolazione salute mentale (quattro), transito e nuovi giunti e semiliberi - dimittendi, cioè coloro che sono ormai quasi liberi. Possono svolgere attività per l’amministrazione, dalle pulizie alle cucine, fino alla manutenzione del fabbricato. In più, ci sono le cooperative sociali Sviluppo e lavoro e Lavoro associato, che occupano dei detenuti per commesse da parte di Fedon, Cafiero e Unifarco. Infine ci sono le aule scolastiche, dove si organizzano dei corsi formativi, che sono sempre frequentati e hanno una grande utilità. Per tutte queste attività, è molto importante il contributo fornito di Cariverona».
Il numero degli agenti non aiuta: «Dei novanta previsti, nove sono assenti, perché distaccati in altre sedi oppure in maternità. Le donne sono una decina e devo dire che tutti fanno del loro meglio. Mi corre l’obbligo di ringraziare tutti per la grande professionalità che ci mettono ogni giorno, in un contesto di per sé molto difficile. Il 2016 è stato un anno molto impegnativo e i numeri di questa parte di 2017 sono appena inferiori, ma bisogna aggiungere che abbiamo davanti dei mesi in cui non potremo certo abbassare la guardia».
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