Feltre: blitz della Finanza nella sede dell'Ente parco

Sequestrati documenti su una gara in seguito a una denuncia
FELTRE. Sul Parco indaga la Finanza. Le Fiamme Gialle hanno avviato controlli, a seguito di una denuncia, ponendo sotto sequestro documenti e computer nella sede dell'Ente. Il direttore Martino, impegnato al ministero, è stato invitato a prendere il primo aereo da Roma e fare ritorno a casa sua dove la Finanza finirà di acquisire eventuali documenti. Per il momento non è stato emesso alcun avviso di garanzia. A confermarlo è lo stesso Martino che si è già consultato con il suo legale, Maurizio Paniz. Appare probabile che l'indagine derivi dalla denuncia di qualcuno che ha segnalato alla magistratura presunte irregolarità. Fra queste un bando di gara per l'assegnazione di un incarico professionale, l'acquisto da parte dell'Ente di alcune copie di un libro il cui estensore è lo stesso direttore Martino che ha rivendicato i diritti, e alcuni viaggi all'estero. Solo nei prossimi giorni l'Ente sarà messo al corrente di cosa la magistratura eventualmente contesti al direttore Martino o ad altri dipendenti. Le Fiamme Gialle si sono presentate ieri mattina a villa Binotto e hanno staccato tutti i telefoni. Con la sede isolata hanno provveduto a visionare carte e faldoni fino al tardo pomeriggio, portando via computer e altri supporti informatici. Dall'Ente Parco è stata diramata una nota per informare i cittadini e gli amici delle Dolomiti che «la Guardia di Finanza su incarico della procura di Belluno sta svolgendo indagini sull'operato del direttore del Parco. I finanzieri, con grande professionalità, hanno provveduto a raccogliere documentazione su alcuni fatti in indagine». E non è la prima volta che i vertici dell'Ente finiscono alla sbarra a seguito di denuncia. Il caso più clamoroso è stato quello di un processo durato tre anni dove gli imputati erano l'allora presidente Valter Bonan, il suo vice Renzo Poloni e il direttore Giuseppe Campagnari, predecessore di Nino Martino. I vertici erano stati denunciati per reato ambientale (estrazione di pietre da cava non autorizzata per la ristrutturazione del tetto di malga Erera Brendol a Cesio), ma anche per presunte minacce al funzionario del corpo forestale Paola Favero. A distanza di tre anni, con cinquanta testimoni sentiti nella fase preliminare e una trentina nel corso del processo, i vertici dell'Ente sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

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