Feltre: candeggina nel cibo degli anziani, indagate due badanti

Per sei mesi una coppia di anziani non autosufficienti del Feltrino sarebbe stata maltrattata dalle loro badanti straniere. Presi a bastonate e costretti a mangiare cibo “alla candeggina”
FELTRE.
Per sei mesi una coppia di anziani non autosufficienti del Feltrino sarebbe stata maltrattata dalle loro badanti straniere. Presi a bastonate e costretti a mangiare cibo “alla candeggina”. Sei mesi di autentico inferno, scoperto per caso dai figli.

È l’esito di una delicatissima inchiesta condotta dal sostituto procuratore Simone Marcon, che ha appena chiuso le indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio delle due lavoratrici straniere.

La vicenda, coperta dal più stretto riserbo, è emersa pochi mesi fa, quando i figli dell’anziana coppia si sarebbero insospettiti dalle tracce di alcune ecchimosi trovate sulla pelle dei loro genitori. Sospetti che sarebbero diventati successivamente certezze, grazie ad alcune intercettazioni ambientali effettuate dagli stessi figli ed ora agli atti dell’inchiesta. Ma a supportare l’accusa, v’è anche la consulenza di un medico che sostiene che la difficoltà d’ingerire i cibi di uno dei due anziani sarebbe dovuta ad una lenta assunzione di sostanze caustiche. Più precisamente di candeggina.

Tutto sarebbe avvenuto nei 6 mesi in cui le badanti (difese dall’avvocato Roberta Resenterra), fino ad allora referenziate, hanno prestato servizio presso l’abitazione della coppia di anziani: dal gennaio al giugno del 2010. È proprio ad inizio estate dell’anno scorso che i figli avrebbero intuito che qualcosa non andava. L’anziano padre, infatti, aveva difficoltà ad assumere alimenti. Per questo motivo lo hanno ricoverato all’ospedale di Feltre. Qui i medici si sarebbero accorti di alcune ecchimosi sul corpo dell’anziano. E avrebbero notato qualcosa di strano nella patologia che gli impediva di mangiare.

Da qui la decisione di denunciare le due badanti straniere con un esposto alla procura della Repubblica di Belluno. A coordinare le indagini è stato il sostituto procuratore Simone Marcon. L’inchiesta, durata qualche mese, oltre che sui referti medici, poggia su due, in apparenza, solide fondamenta: le registrazioni effettuate dai figli in casa dei genitori e una consulenza del pubblico ministero. In questa consulenza, il dottor Renzo Barbazza, noto anatomopatologo feltrino, spiegherebbe la difficoltà di assunzione di alimenti di un anziano nella possibile lenta assunzione di “sostanze caustiche”.

Ora il pubblico ministero si appresta a chiedere il rinvio a giudizio delle due donne straniere. Anche il loro rapporto di lavoro si sarebbe concluso bruscamente coi figli della coppia di anziani. Le badanti (assistite dall’avvocato Giovanni Pelosio) hanno promosso una causa civile in quanto, a loro dire, mancherebbero spettanze retributive per una cifra pari a diecimila euro. Ma prima dovranno difendersi dalle pesantissime accuse in un procedimento penale che sembra ormai scontato.

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