Feltre, colpito da arresto cardiaco ma nessuno lo può aiutare

Da valutare l’ipotesi di dotare di defibrillatore le aree pubbliche più frequentate. L’anziano ha dovuto attendere l’ambulanza, ora le sue condizioni sono critiche

FELTRE. Aveva appena riconsegnato all’ospedale l'holter, il misuratore dell’attività cardiaca nelle 24 ore, aveva fatto un paio di commissioni, ma quando è arrivato in stazione per prendere la corriera, si è sentito male ed è caduto a terra. Un uomo di 77 anni ha avuto un arresto cardiaco mercoledì in tarda mattinata. Purtroppo, nonostante attorno a lui ci fosse un capannello di persone che hanno allertato subito il 118, nessuna ha avuto prontezza e istinto di cominciare il massaggio cardiaco in attesa dell’arrivo dei sanitari. Così sono passati più dei dieci minuti fatidici per scongiurare i danni a livello cerebrale e l’anziano è tuttora in coma farmacologico in rianimazione a Feltre, in attesa di sciogliere la prognosi, probabilmente infausta a livello neurologico.

Quando infatti sono arrivati i sanitari del Pronto soccorso di Feltre, hanno trovato il paziente circondato da persone in apprensione che attendevano. L’uomo è stato defibrillato una volta, sull’ambulanza, ed è stato trasportato a sirene spiegate in pronto soccorso. Ma nonostante il massaggio cardiaco continuo per tutto il tragitto, all’ospedale il paziente è arrivato che non c’era alcuna attività cardiaca. La linea dell’elettrocardiogramma mostrava una situazione di terminalità, nonostante la somministrazione di adrenalina e le manovre rianimatorie continuate senza sosta. Poi il cuore del paziente ha ripreso a battere quando nessuno più se lo aspettava ed è ripreso anche il respiro spontaneo.

Per capire l’entità del danno a livello neurologico e la possibilità di un recupero residuo, è necessario che passino almeno 72 ore dall’evento. Il paziente aveva accusato un malessere nei giorni scorsi, era stato visitato e gli era stato prescritto un holter per documentare l’attività cardiaca per un giorno e una notte. Mercoledì mattina aveva appunto riconsegnato la “scatola nera” in reparto. E si era mosso autonomamente per fare alcune cose prima di arrivare in stazione. Ed è lì che è avvenuta la sincope dovuta all’arresto cardiaco.

Lo dicono gli addetti ai lavori ma anche tutte le persone di buon senso: per cominciare, senza lasciare intentato, un massaggio cardiaco dopo aver verificato se la persona respira o meno, non ci vuole tanto. E il territorio di Feltre, a detta dei medici che si occupano di corsi di formazione basica e avanzata e che magari provengono da altre realtà, è molto più virtuoso rispetto alle zone metropolitane, cioè nella maggior parte delle famiglie c'è almeno un componente che lo sa fare. In una stazione ferroviaria dove affluiscono anche le autocorriere e un flusso di persone continuo, magari un defibrillatore custodito da persone formate, non sarebbe fuori luogo. (l.m.)

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