Feltre, è scontro sul progetto del Doriguzzi

Il garage diventa ristorante. Le regole dell’urbanistica continuano a far discutere. L'opposizione contesta: «Metodo sbagliato». Sulla questione pende un ricorso al Tar
Qui sotto l’hotel Doriguzzi uno dei fiori all’occhiello della ricettività di Feltre, a destra il garage che diventerà ristorante
Qui sotto l’hotel Doriguzzi uno dei fiori all’occhiello della ricettività di Feltre, a destra il garage che diventerà ristorante
FELTRE. Al posto del vecchio garage, un ristorante con terrazza. La vista, in futuro, sarà probabilmente sul parco dell'Altanon. Piace a tutti il progetto di ammodernamento dell'hotel Doriguzzi. Ma stasera in consiglio comunale la deliberà sarà oggetto di aspro confronto. Sembra un controsenso ma non lo è. Perché le regole dell'urbanistica continuano a far discutere e quella in gioco oggi è la madre di tutte le battaglie, tant'è vero che sulla questione pende un ricorso al Tar - quello presentato tre anni fa dal Wwf - e che la stessa amministrazione Vaccari, pur convinta delle sue ragioni, in questi anni si è guardata bene dall'abusare dello strumento con il quale si consentirà al Doriguzzi di realizzare il suo progetto.


La questione, semplificata, è questa. L'area del Doriguzzi - così come tutte quelle strategiche e potenzialmente ancora edificabili del centro - nel piano urbanistico (Pat) è individuata come zona gialla. Tecnicamente è definita "a compatibilità condizionata", ovvero dovrebbe essere oggetto di studio con i piani di intervento relativi al suo ambito. Nella fattispecie il 9, quello del centro città. Ma l'amministrazione ritiene di poter cancellare il giallo della zona e di consegnarla ad un piano attuativo (Pua) come quello che sarà fatto per trasformare il garage in ristorante e per collegare quest'ultimo alla parte "residenziale" con un camminamento. E' lo stesso sistema che fu adottato a Mugnai e che provocò il ricorso sul quale il Tar deve pronunciarsi. Dando per scontato che la delibera passerà (la maggioranza è compatta), il confronto in consiglio si annuncia acceso.


«Non abbiamo nulla da contestare nel merito del progetto», spiega Paolo Perenzin (Sinistra). «Il fatto è che si continua ad utilizzare uno strumento pericoloso, che ogni volta rappresenta un precedente. Eliminando la compatibilità condizionata di queste aree, si rimette in vigore il vecchio piano regolatore, che stabiliva potenzialità edificatorie non più attuali». Il rischio, insomma, è che altri possano chiedere lo stesso trattamento, rimettendo in gioco indici che il Pat aveva mandato in archivio.


Per l'opposizione si tratta ancora una volta di una scorciatoia. «Il progetto del Doriguzzi doveva essere trattato nel piano di intervento», insiste Perenzin. «Bisogna sapere cosa c'è intorno. E pianificare una zona della città nel suo complesso, non per singoli pezzi».

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