Feltre: Giro e bocce allontanano la crisi

Maggioranza sempre più debole, Lega divisa. Ma Vaccari non cadrà
FELTRE.
Tancredi e i suoi quadri, 189 ciclisti, qualche centinaio di giocatori di bocce. Sono questi gli alleati del sindaco Vaccari nel suo ultimo, sofferto, anno di mandato. Senza grandi mostre e grandi eventi sportivi, si sussurra intorno al municipio, quel che resta della maggioranza avrebbe già staccato la spina. E in comune ci sarebbe un commissario.

L'ultima prova del malessere che sta logorando l'alleanza di centrodestra è arrivato dal consiglio comunale di lunedì sera, uno snodo fondamentale per l'attività amministrativa. Si dovevano votare il contestatissimo piano di riassetto del mercato del martedì, le proroghe delle convenzioni per gli impianti sportivi, il piano di gestione e di ampliamento dei cimiteri e il piano urbanistico per Zermen e Vellai (già iscritto altre tre volte all'ordine del giorno e mai approvato). Eppure la maggioranza, ancora una volta, non ha avuto la forza dei numeri dalla sua. E le quattro assenze, non tutte inevitabili, hanno condannato il sindaco ad un rinvio difficile da digerire.

Muti alla meta.
Dopo lo sfogo a caldo, ieri Vaccari non è voluto tornare sullo scivolone della sua squadra. E anche i partiti della coalizione hanno mantenuto fede alla solita linea: tacere e far calmare le acque. Voci interne alla maggioranza confermano però, con la protezione dell'anonimato, che il punto di rottura dista ormai soltanto un passo. E che anche l'ultima remora - non far commissariare la città in una stagione delicata e strategica come quella che si avvicina, con il Giro d'Italia e i mondiali di bocce - potrebbe non essere più sufficiente a tenere in piedi l'alleanza. Le elezioni distano meno di un anno, la regola del "si salvi chi può" non può essere ignorata. E dopo i due consiglieri di Feltre verso l'Europa, passati al ruolo di "responsabili" (ma sul voto dei quali non si può contare), altri potrebbero sfilarsi.

Le assenze del Pdl.
In casa Pdl fanno rumore le accuse a caldo del capogruppo Pellencin agli assenti (ben tre, mezza formazione) di lunedì sera. Ma se la diserzione di Clemente Perotto era annunciata e giustificata, quelle di Bond e Tatto non sono state digerite né da Vaccari né dagli altri alleati.

Il giovane consigliere però si giustifica: «Sono quattro anni che chiedo di spostare l'ora di inizio del consiglio e nessuno mi dà retta. Qui non siamo a Milano, non facciamo i politici di professione. Alle sei e mezza io lavoro, tutti sanno che arrivo in ritardo. Alle otto sarei stato in aula, come sempre». In attesa del chiarimento con Pellencin, Tatto si schiera dalla parte di Bond: «Assurdo che qualcuno possa criticarlo. Corre tutto il giorno, quello che fa per la città è evidente, mi sembra incredibile che lo si possa mettere sotto accusa per il quarto d'ora di ritardo. Mi dispiace più per lui che per me. Io faccio quello che posso, ma il tempo a disposizione non basta mai, anche per questo ho dovuto rinunciare alla delega sul palio».

Tutto intorno a Vaccari.
La realtà è che l'intera attività di giunta e consiglio ruota da tre anni attorno agli impegni del sindaco in senato. Le sedute di consiglio come quelle della giunta finiscono nei giorni liberi dell'agenda del senatore, gli arretrati si accumulano, in consiglio arrivano ordini del giorno lunghissimi ed è impossibile convocare le sedute alle 20, come chiedono in tanti, se la chiusura è prevista alle 23. Impossibile, per lo stesso motivo, anche riunirsi più spesso.

La Lega spezzata.
Il doppio ruolo di Vaccari non piace neppure ai consiglieri della Lega. Ma non è questo l'unico motivo di frizione tra il sindaco e il capogruppo in consiglio Nunzio Gorza. Tra i due lo scontro si gioca ormai alla luce del sole. E l'assenza di Gorza (peraltro non la prima), lunedì in consiglio, suona come un segnale: su di lui Vaccari non potrà più contare.

Sempre sul filo.
Fallito il tentativo di riavvicinare Piolo e Vettorel di Feltre verso l'Europa (obiettivo per il quale Vaccari ha sacrificato l'assessore Sacchet, licenziato in un fine settimana), il sindaco e la sua maggioranza nei prossimi mesi dovranno approvare scelte pesantissime con un margine di soli tre voti, contando fra questi anche quello imprevedibile di Gorza. Un'influenza, le ferie, un ritardo, gli impegni politici di Bond in Regione e in aula non ci saranno i numeri per votare. L'opposizione, dopo aver garantito più volte il numero legale, promette di non fare sconti. Si va avanti sul filo, almeno fino ai mondiali di bocce. Dopo, chissà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi