Feltre, in 200 suonano per dire no ai divieti
FELTRE. Una giornata di musica e festa, come doveva essere. Ieri circa duecento giovani hanno sfilato per via Mezzaterra fin su al cuore del centro storico, spinti dal grido “questi divieti non li vogliamo” e accompagnati da chitarre, bonghi, fisarmoniche e ogni altro possibile strumento. “Ritirate l’editto medievale” si legge su un cartello, oppure “Tutta mia la città, un deserto che conosco” o “basta intolleranza”, o ancora: “noi andiamo in città, voi a casa!”.
Ironia e canti, slogan e musica hanno portato una ventata di entusiasmo, tanto che ieri pomeriggio sembrava davvero di respirare l’aria di una Feltre diversa dal solito, più giovane, più viva. Tutto è cominciato all’ora di pranzo, quando una ventina di persone si è ritrovata per un pic-nic ai piedi delle statue in piazza Maggiore; poi tutti alla via XXXI Ottobre, quando alle 16, sotto gli occhi di feltrini curiosi e divertiti, si è radunato davanti all’Oviesse un grosso gruppo di ragazzi con striscioni e strumenti di ogni tipo, distribuendo volantini su cui erano spiegati i motivi della protesta.
Tempo mezz’ora e il gruppo ha attraversato porta Castaldi creando un serpentone in via Mezzaterra, dove sono risuonate “La libertà” di Gaber e la sempreverde “Bella ciao”, sotto gli applausi dei cittadini affacciati alle finestre. Sono quasi le 17 e il gruppo sbuca nella piazza Maggiore, sedendosi sul prato davanti alla chiesa di San Rocco, dove secondo l’articolo106 del nuovo regolamento di polizia locale sarebbe impedito “calpestare il manto erboso, sedersi o sdraiarsi”.
«Dove sono quelli che si lavano nelle fontane, che salgono sui pali della luce?», prende la parola lo studente Jacopo Zannin, «qui vedo solo giovani che vogliono poter sdraiarsi a leggere un libro nei parchi, suonare nelle piazze; la buona politica si fa con le proposte non con i divieti».
Alcune persone si fermano ad ascoltare, interessate da quello strano gruppo di musicisti. Dopo il discorso, un altro paio di canzoni e poi alle 17.30 tutti a casa, senza che nessuno debba attentare al tanto osannato “decoro pubblico”. Nessun problema nemmeno da qualche elemento dei centri sociali sceso da Belluno e unitosi all’iniziativa di protesta a sfondo musicale.
Insomma, il sindaco Vaccari è avvisato: i giovani feltrini non ci stanno più a vivere in una città in cui non è possibile guardare un film al cinema, seguire un concerto, e ora suonare o sdraiarsi in un parco. Giunta avvisata, mezza salvata.
A dare man forte ai disobbedienti è arrivato anche un comunicato della Funzione pubblica Cgil del comune di Feltre, che in una nota relativa alla delibera del consiglio comunale su sicurezza e decoro urbano, ammonisce come «nel quadro di tagli agli enti locali e nell'impossibilità di assumere personale, la polizia rischia di essere assorbita integralmente dal controllo quotidiano di artisti di strada e in particolare di nomadi campeggiatori e mendicanti (cioè i veri destinatari del provvedimento)».
Proseguendo, i portavoce del sindacato mettono l'accento su piaghe come l'alcolismo giovanile correlato ad aspetti di degrado, per le quali «ben diverse dovrebbero essere le iniziative da intraprendere, in particolare corsi di formazione insieme agli addetti del sociale per conoscere e prevenire, piuttosto che reprimere».
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