Feltre in Trentino parte la campagna per il referendum

Diecimila volantini già pronti, ma la data è ancora in forse Il comitato insiste per l’accorpamento con le Politiche
Di Raffaele Scottini

FELTRE. Scatta la campagna elettorale per il passaggio in Trentino di Feltre, ma anche di Cesio e Arsiè: c'erano anche i loro rappresentanti (il movimento cesiolino e il sindaco arsedese Faoro), ieri allo Spazio giovani all'ex Manifattura Piave dove è ripartita la corsa verso la provincia autonomia ma anche verso la Regione Dolomiti. Il comitato guidato da Andrea Bona – che lunedì ha ribadito al prefetto la richiesta di accorpare la consultazione già fissata per il 10 e 11 febbraio alle prossime elezioni politiche per motivi di risparmio, evitando di andare alle urne due volte a distanza di due settimane - ha fatto stampare 10 mila volantini con l'invito ai cittadini a votare sì «per dare un futuro alla città che da sempre fornisce servizi (sanità, scuola, commercio) al Primiero e alla Valsugana». Ma «se si declassa l'ospedale, si chiudono scuole e uffici, si tolgono risorse al Comune, come possiamo sopravvivere? Fermiamo la lunga agonia, riacquistiamo il nostro ruolo unendoci a chi ha saputo costruire un futuro per la montagna». I fogli saranno distribuiti nel periodo natalizio, poi saranno organizzati incontri nelle frazioni per parlare il più possibile con la gente e una volta sciolti gli ultimi dubbi sull'election day, saranno stampati anche i manifesti e il resto del materiale.

Quasi in 1.200 hanno sottoscritto la richiesta di referendum, sostenendo i presupposti in base a cui i movimenti dei Comuni vogliono cambiare geografia inseguendo condizioni migliori. C'è una cerniera da riaprire nell'arco alpino, però serve una legislazione diversa da quella della pianura per trattenere la gente qui. Si parla di capacità di tenuta delle economie contro lo spopolamento: il Trentino ha una cultura della montagna molto solida ed è in quella che si punta a entrare per continuare a far vivere le terre bellunesi. Dal punto di vista della convenienza non c'è paragone con un’area che ha diverse possibilità economiche e gode di trattamenti di favore: ne sono convinte le varie anime del comitato. Valerio Giusti, presidente del consorzio di tutela della noce, conoscendo quanto fanno oltre confine per l'agricoltura, invoca «un modello di governo che mantenga in loco il contadino, il boscaiolo e il giovane che vuole iniziare a coltivare. Dall'altra parte la forza sta anche nel raccogliere dalla base i problemi, portarli a Bruxelles e calare misure ad hoc». Dal mondo della scuola, l'insegnante Arianna Perera vede «la diminuzione dei finanziamenti per personale e attrezzature, la difficoltà per la messa in sicurezza degli edifici e la migrazione di studenti in Trentino perché hanno vantaggi nei trasporti e nell'uso dei libri con l'aiuto alle famiglie». Lo sa bene il sindaco di Arsiè Ivano Faoro: «L'esodo scolastico, aggravato nell'ultimo anno, è una problematica oltre alle concorrenze sleali, specialmente nel turismo che dobbiamo subire ogni giorno». Poi ci sono i giovani: «Guardiamo già alle aree montane», aggiunge il presidente della consulta Diciamo la nostra Andrea Nascimbene. «La soluzione sta nel formalizzare questa rete». Il punto cardine, sintetizzato dal rappresentante dei comitati dell'Agordino e del Cadore Ivan Minella è che «l'Europa con la Convenzione delle Alpi auspica l'unione delle popolazioni montane: è quello che vogliamo fare noi, non per una questione di conflitto con il Veneto, ma di apertura». E «dopo Lamon e Sovramonte, con Feltre, Cesio e Arsiè la scelta del circondario diventa chiara e il peso specifico di 30 mila perone è difficile da ignorare», sottolinea Andrea Bona. «È una scelta fondamentale per mettere un punto fermo in cui la città sceglie un'area alpina».

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