Insulto razzista al calciatore, Dynamo: «Falla nel sistema»

Le dirigenze della società di Vellai e della Valzoldana si sono sentite al telefono. Zanella: «Serve poter segnalare questi episodi anche se l’arbitro non sente»

Gianluca da Poian
Uno striscione al campo di Vellai sede della Dynamo
Uno striscione al campo di Vellai sede della Dynamo

Le dirigenze della Dynamo Vellai e della Valzoldana si sono confrontate il 24 febbraio con una telefonata, anche per ribadire lo scopo del comunicato con cui domenica sera via social la società feltrina ha contestato un epiteto razzista contro un proprio giocatore. «Non era un’accusa specifica alla Valzoldana, bensì un modo per sottolineare la falla nel sistema quando si verificano certe situazioni».

La Dynamo preferisce ridurre così l’eco mediatica dell’insulto “negro di m…” che sarebbe stato indirizzato nel corso del match di Terza Categoria di domenica a La Rossa da un giocatore della compagine zoldana all’attaccante biancorosso Aboubakary Traorè. Ciò all’interno di un contesto di forte agonismo, durante il quale non sono mancati interventi rudi, qualche scontro di gioco e un parapiglia conclusivo.

Peraltro a livello di sanzioni da parte dell’arbitro non c’è stato nulla di particolare, anche se farà fede il referto con le eventuali squalifiche notificate domani dal giudice sportivo provinciale con il comunicato Figc Belluno del mercoledì .

Su quanto accaduto torna Luca Zanella, presidente della Dynamo Vellai nonché giocatore. «Noi già domenica sera avevamo inviato una mail alla Delegazione provinciale di Belluno per sottolineare l’accaduto», spiega Zanella.

«Detto ciò, magari anche a causa di stanchezza e arrabbiatura del momento, è emerso una sorta di dito puntato contro la Valzoldana. Non era la nostra principale intenzione. Peraltro, sappiamo benissimo che quando subentra la tensione agonistica dentro un campo da gioco può accadere di sbagliare e non è escluso un giorno diventiamo noi gli accusati, magari per un insulto razzista o insulti personali pesanti. Ci tenevamo semmai a invitare la Federazione italiana gioco calcio a trovare una soluzione affinché un episodio grave dentro il rettangolo verde, di qualsiasi genere, possa essere segnalato anche se l’arbitro non lo sente e di conseguenza non prende provvedimenti. A quel punto se una persona o una società cominciano a ricevere più segnalazioni, allora tutti presterebbero maggiore attenzione. Dopo di che è comprensibile che la Valzoldana abbia negato l’accaduto. Ancor di più ritengo vada trovata la soluzione sul come muoversi se si verificano episodi così, nell’auspicio un giorno non si sentano più insulti di alcuna tipologia».

Stempera i toni anche il vicesindaco di Feltre, Claudio Dalla Palma, da sempre impegnato nello sport e nelle attività di Vellai, la sua frazione. «Penso si sia trattato di un qualcosa di spiacevole dettato dall’eccessivo agonismo. Conosco entrambe le realtà e so bene quanto siano impegnate nel portare avanti le loro attività sportive tra mille difficoltà di ogni tipo, in primis la Valzoldana. Purtroppo quando subentra la stanchezza e la tensione dei novanta minuti si rischia di perdere il senso della misura. Ovviamente certe parole sarebbe sempre meglio non sentirle. Sono convinto avranno modo di chiarire l’episodio. Per quanto riguarda la Dynamo Vellai, ci tengo a sottolineare quanto forte sia il processo di integrazione avviato da tempo e che riguarda non solo il calcio, ma tutti gli aspetti di vita del paese».

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