Feltre: Iulm e comune, firma sul divorzio
Ultima sessione di esami e lauree in città, l'ateneo concede qualche libro
La biblioteca universitaria alle Scuderie napoleoniche
FELTRE.
Divorzio sì, ma senza avvocati. Il rettore Puglisi e il sindaco Vaccari firmano la separazione tra Iulm e Feltre impegnandosi a non finire in tribunale. L'ateneo lascerà alla città una parte della biblioteca. Nè a Milano, né a Feltre. L'ultimo atto del matrimonio tra la città e la sua università si consuma a Roma. E' lì, nella sede dell'Unesco, che giovedì sera si incontrano il sindaco e il rettore per siglare l'accordo conclusivo, quello che dovrebbe permettere alle parti di lasciarsi senza farsi troppo male. Perché questo accada, è necessario parlare chiaro. E il rettore lo fa senza farsi pregare, quando dice che «tra Iulm e Feltre il rapporto è finito, almeno nei termini e nelle condizioni esistenti». Poi si può discutere, certo, ma solo di una strategia d'uscita che risulti meno traumatica di quanto si è ipotizzato negli ultimi mesi. L'università - assicura Puglisi, garantirà agli studenti iscritti a Feltre di «usufruire dei servizi didattici di valutazione, in itinere e finale» (quindi gli esami mancanti e la tesi di laurea) senza andare a Milano, almeno per la sessione straordinaria dell'anno accademico che si è appena concluso. Per la biblioteca, invece, non c'è accordo. Vaccari chiedeva la concessione in comodato di tutti i libri. L'università lascerà a Feltre soltanto la parte relativa al Centro Buzzati e concederà in prestito solo alcune sezioni: quelle relative alle aree della montagna, della storia e delle scienze sociali «al fine di supportare il comune nella sua attività istituzionale, culturale e formativa». Tutti gli altri libri - non si sa ancora quanti - torneranno a Milano a gennaio. Prima della stretta di mano, Vaccari e Puglisi si sono promessi di chiudere la lunga storia d'amore tra Iulm e Feltre senza avvocati e senza cause legali. Questo significa che la Fondazione università - che a detta del rettore deve ancora pagare le quote del 2009 e del 2010 all'ateneo - onorerà il suo impegno fino all'ultima riga. Il resto è lasciato alle reciproche convenienze. Anche se poi la Iulm, in una nota diffusa ieri, fa sapere che le parti «hanno convenuto sulla possibilità che nel prossimo futuro si possano svilupare iniziative e attività congiunte, anche di natura formativa, seppure non strutturata e curriculare, utili a sostenere e valorizzare le politiche culturali e sociali del comune». Insomma, si cercherà di «mantenere attivo un canale di comunicazione nell'interesse delle rispettive istituzioni e comunità». Ma questo, in fondo, fa parte del copione di tutti i divorzi. Continuiamo a sentirci, vero? Naturalmente sì. Addio.
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