Feltre: la maggioranza perde i pezzi

Piolo e Vettorel fuori, duro scambio di accuse
Gino Piolo e Giancarlo Vettorel escono dalla maggioranza
Gino Piolo e Giancarlo Vettorel escono dalla maggioranza
FELTRE. «Divorzio». Gino Piolo e Giancarlo Vettorel, ossia gli ex di Noifeltre - diventati nel tempo il gruppo di Feltre verso l'Europa - escono dalla maggioranza, alla quale garantiranno, eventualmente, solo l'appoggio esterno.


La decisione, che riduce pericolosamente la forza della coalizione a sostegno di Vaccari, piomba sul consiglio, annunciata e prevista, ma con effetti deflagranti tutti da verificare. Era stato proprio Piolo, due mesi fa in aula, al momento del voto sul bilancio 2011, a chiedere impegni precisi all'amministrazione: un cronoprogramma di quello che si può fare nell'ultimo anno di mandato.


Richiesta che conteneva in sé un'ammissione: si è fatto poco finora. Ieri, di fronte a relazioni evasive e generiche (con rare eccezioni, gli impegni precisi di Trento e Riposi), Piolo ha rotto gli indugi e annunciato la fine dell'alleanza. «Ho difficoltà a discutere questo documento. Avevamo chiesto un cronoprogramma con obiettivi. Nella relazione, invece, non c'è nulla di questo, se non enunciazioni di buona volontà.


Mi sento preso in giro, manca un anno al voto e non è chiaro cosa si farà per la città. Noi abbiamo dato il nostro contributo, ma siamo insoddisfatti. Il nostro gruppo non è tenuto in considerazione, lo dimostra la superficialità con cui si è risposto alla nostra richiesta. La situazione da separati in casa è già difficile, ancora più se una parte non riconosce l'altra. Ecco perché chiediamo il divorzio».


A rincarare la dose è l'ex sindaco Brambilla, con un attacco durissimo nei confronti di Vaccari: «Non c'è una strategia, non c'è un sogno. L'ho notato io, non poteva non notarlo chi aveva chiesto impegni chiari. Ma che priorità ha questa amministrazione? Si esulta per un master in sanità, ma in passato qui c'era un'università. Non è certo spostando qualche bancarella del mercato o unificando i libri che si dà un futuro a Feltre.


Questa città merita altro». La reazione di Vaccari è quella di chi riceve un affronto personale: «Ci erano state chieste date e impegni, abbiamo risposto. Non capite? Non ci interessa. L'input che io do agli assessori è lavorare, portare risultati, risolvere problemi. Ma non ci sentiamo inefficaci e incapaci, ci sono difficoltà finanziarie rilevanti, abbiamo portato cifre ineguagliabili. Un giudizio così negativo non lo accetto».


E invece l'opposizione insiste: è l'idea complessiva della città che manca. «L'albergo diffuso, la rivitalizzazione della cittadella, il centro commerciale naturale, i b&b, quel che resta dell'università, il piano strategico: se ne parla, ma siamo ancora alle enunciazioni, dopo quattro anni», accusa Malacarne del Pd. Gli risponde il vicesindaco Trento, punto su punto, ma non sulla filosofia, non sulla carenza di impegni, non sul fatto che più di un assessore ha evaso la richiesta di Piolo. Pellencin, del Pdl, è laconico nel rispondere a Brambilla: «C'è un tempo per sognare, uno per guardare le cose come sono». Ed è una frase che dice più di quel che sembra. (cric)

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