Feltre: limite a 10 ettari per il fotovoltaico

La minoranza unita presenta le sue proposte per regolarizzare gli impianti
Un impianto a terra di pannelli fotovoltaici e a sinistra il consigliere di minoranza Paolo Perenzin
Un impianto a terra di pannelli fotovoltaici e a sinistra il consigliere di minoranza Paolo Perenzin
FELTRE.
Un limite massimo di dieci ettari da dedicare dalla produzione di energia con l'uso del fotovoltaico e soprattutto alcune limitazioni contro il proliferare degli impianti, escludendo i terreni agricoli e cercando di rendere meno impattanti quelli domestici realizzati sui tetti. Dopo un primo tentativo andato a vuoto nella commissione di lunedì scorso, le opposizioni in consiglio, nell'occasione riunite, hanno preparato un pacchetto di emendamenti per la nuova riunione di domani.

Dopo l'effetto deflagrante dell'impianto di Vignui che ha spaccato la comunità dei residenti della frazione, in comune si sono accorti che qualcosa non va. Lo stesso Vaccari alla fine di gennaio, commentando la realizzazione dell'impianto che occuperà seicento metri quadrati aveva affermato che «l'amministrazione sta valutando come intervenire per trovare un giusto equilibrio tra l'installazione di questi impianti e il rispetto dei vincoli ambientali».

In queste due settimane però qualcosa è cambiato, tanto che nella riunione della commissione di lunedì scorso la piega del provvedimento che dovrà ridisegnare il regolamento in tema di pannelli fotovoltaici sembra avere preso una piega liberista, tutto, o quasi tutto è permesso. Per questo le opposizioni hanno riunito le forze ed elaborato alcune modifiche da sottoporre domani all'esame del presidente Meneguz.

Nelle premesse della delibera, le opposizioni chiedono che venga posto un limite di dieci ettari di terreno da dedicare alla produzione di energia solare. Pd, Sinistra feltrina e gruppo misto indicano la possibilità di montare pannelli su tutti i fabbricati fino alla copertura integrale del tetto. Gli accorgimenti riguardano il posizionamento dei pannelli, preferendo le zone defilate e meno in vista con la sistemazione del serbatoio di accumulo all'interno del fabbricato. Nel caso sia necessario installare i pannelli a terra, questi dovranno avere una potenzialità massima di 3 kwp per ogni unità abitativa e comunque pari al fabbisogno energetico richiesto dall'edificio».

Poi lo stop agli impianti nelle zone agricole: «Parchi fotovoltaici a terra», si legge nella proposta di emendamento, «non direttamente connessi alla fonte di utilizzo e comunque con il cedere energia alla rete elettrica nazionale possono essere installati nelle sole zone produttive industriali e artigianali fino ad occupare il 25 per cento della superficie ancora libera di tali aree».

Una particolare attenzione viene posta anche sulla pulizia, sulla manutenzione e sul successivo smantellamento degli impianti. Per realizzare gli impianti serve acquisire prima l'autorizzazione paesaggistica se i pannelli saranno installati sono assoggettate al Codice del beni culturali e del paesaggio. Nella pulizia dovrà essere evitato l'uso di detersivi e solventi e al termine della vita utile tutti i campi fotovolatici dovranno essere smantellati a cura e spese del titolare dell'impianto entro un anno.

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