Feltre: l'oasi naturalistica è una discarica
Rifiuti pericolosi e scarti edili lungo l'Uniera. I residenti: nessun controllo
FELTRE.
Più che protetta, abbandonata. La torbiera di Lipoi, sito di interesse comunitario e area pregiata alle porte della città, è ridotta al rango di discarica abusiva. Sul torrente Uniera si accumulano scarti edili, sacchetti di spazzatura e rifiuti minacciosi, come barili e taniche di combustibili. Un cartello ricorda: «Questo torrente è stato pulito nella giornata ecologica del 21 marzo 1992». L'ultimo segnale di attenzione verso quest'oasi di pregio, dove crescono fiori e arbusti rari e preziosi, risale a diciannove anni fa. I bambini che si erano sporcati le mani allora, oggi sono laureati. E in tutto questo tempo nessuno ha più portato via un solo pezzo di carta. Il sindaco Vaccari, nel suo ambizioso programma elettorale, aveva inserito la zona fra quelle da riqualificare. Per rendersi conto che nulla è stato fatto basta fare una passeggiata da via Borgo Santo lungo il torrente, per poche centinaia di metri. Sulle sponde, anche nei punti meno in vista, si accumulano resti di mattoni, piastrelle, ceramiche, pezzi di cemento e plastica, scatole e bottiglie, barattoli di latta, sacchetti di plastica. Il corso d'acqua, che un tempo ospitava il gambero di fiume ma anche - segnalano le ricerche - undici specie di nematodi nuove per l'Italia e due particolarmente rare nelle Dolomiti - oggi sfoggia un colore malsano, con melma marrone, spesso si riempie di schiuma che arriva da scarichi abusivi e incontrollati. E' ancora facile incontrare caprioli, non altrettanto imbattersi negli uccelli che - più di tutti - hanno reso speciale questa zona: la cicogna bianca, lo sparviere o il picchio verde, solo per fare qualche esempio. Un altro cartello ammonisce: «Divieto di caccia, oasi di protezione». Ma è tutta la torbiera che chiede di essere protetta. La denuncia parte dai residenti: non c'è controllo, non c'è attenzione. Negli anni questa è diventata una discarica. Nessun sospetto su chi ne approfitti, ma è evidente che da qualche mese la quantità di rifiuti continua ad aumentare. E che agli scarti edili si sono aggiunti barili di latta e bidoni di plastica, sul contenuto dei quali varrebbe la pena indagare, anche perché sono stati abbandonati sulle rive del corso d'acqua. E' proprio da lì, dall'ambiente che rende unica e particolarmente delicata quest'area, che bisognerà cominciare la bonifica. O intervenire con una nuova giornata ecologica, vent'anni dopo.
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