Feltre. L’ostetricia è da premio ma le nascite sono in calo

Cesarei al 15,2 per cento e bollino rosa non bastano al Santa Maria del Prato. Quest’anno il minimo dei mille nati è a rischio, in aumento le mamme straniere
Due infermiere con alcuni neonati in ospedale in una foto d'ARCHIVIO. ANSA - Neonati nella nursery di un ospedale di Roma
Due infermiere con alcuni neonati in ospedale in una foto d'ARCHIVIO. ANSA - Neonati nella nursery di un ospedale di Roma

FELTRE. I complimenti dell’Organizzazione mondiale della sanità al Santa Maria del Prato per il drastico contenimento dei parti chirurgici. Nelle classifiche nazionali, quello di Feltre figura fra gli ospedali virtuosi per la percentuale di cesarei che quest’anno è scesa al 15,2 per cento, in linea con i parametri fissati dall’Oms e a fronte di una media nazionale che si attesta al 28,9 per cento. E il ricorso alla ventosa, lo strumento per favorire l’espulsione del feto, non è stato abusato, fermandosi a circa l’otto per cento. Ma dai dati del dipartimento materno-infantile dell’Usl 2 diretto da Lucio Spolaor, a consuntivo di un anno che volge al termine, gli addetti ai lavori non negano una flessione del tasso di fecondità, cioè nascono meno bambini, e insieme anche una minore attrazione sull’ospedale di Feltre.

Il Santa Maria del Prato che di recente si è aggiudicato il bollino rosa ministeriale per l’attenzione peculiare alla salute di mamma e bambino, ha dovuto fare i conti con l’ospedale di Montebelluna che si è rifatto il look richiamando le donne di Asolo, con quello di Belluno che ha arginato la fuga di partorienti verso Feltre e, nel suo piccolo, anche con l’ospedaletto di Cavalese in Trentino che si è portato via circa il dieci per cento di puerpere della Comunità di Primiero.

Rispetto ai dati a consuntivo del 2010, la percentuale di donne di Belluno che hanno partorito a Feltre è passata dal 13,9 al 12,3 di quest’anno. Il Santa Maria del Prato perde tre punti percentuali secchi per quanto riguarda la vicina Usl 8, quella di Asolo, che passa dal 16,5 per cento del 2010 al 13,6 del 2011, in forza di un’attrazione verso il nuovo reparto di ostetricia di Montebelluna. E sono queste le voci che balzano maggiormente all’occhio, considerata l’ormai tradizionale attrazione su Feltre da parte delle Usl limitrofe.

La diminuzione della natalità come primo elemento, unito alla concorrenza di altri ospedali, potrebbe spiegare il motivo per cui, quest’anno, si arriva a mille nati con una certa suspence. Cosa inusuale per il reparto di ostetricia rinomato per gli sforamenti abbondanti di questa fatidica soglia che ha sempre mantenuto integro il potere di contratto nella definizione dei budget aziendali.

E ancora una volta, qui come altrove, è il saldo migratorio a risollevare le sorti: quasi il venti per cento delle donne che hanno partorito a Feltre è di nazionalità non italiana. Circa l’otto per cento è rappresentato da neomamme dell’Europa dell’Est, seguite da quelle nordafricane (con un 5,5 per cento abbondante) e dalle asiatiche che quest’anno hanno superato il due per cento. Le altre provenienze, che incidono numericamente meno, sono quelle dall’Ovest Europa, dall’America e dal Kosovo.

Il trend sull’età materna si conferma. La maggioranza delle partorienti si colloca nella fascia fra i 30 e i 34 anni (33 per cento). Incidono numericamente anche quelle in età “da amniocentesi”, fra i 35 e i 39 anni (30 per cento).

Nemmeno nell’anno che volge al termine sono mancate le mamme ultraquarantenni: fra i 40 e i 46 anni, le donne in questa fascia hanno rappresentato circa il 5,5 per cento. Si sono registrati anche due casi di mamme-bambine, per indicare partorienti non ancora maggiorenni.

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