Feltre, Medicina dello sport chiusa per l’assenza di Ciccarone

Lo specialista ha già rassicurato i suoi assistiti che tornerà a Feltre per la riabilitazione, lanciando il messaggio che “anche con le stampelle” tornerà al lavoro e al servizio degli atleti nel più breve tempo possibile
L.m.
Guido Ciccarone (al centro) mentre promuove la Festa della salute
Guido Ciccarone (al centro) mentre promuove la Festa della salute

Medicina dello Sport diretta da sempre da Guido Ciccarone sarà “chiusa al pubblico” per il periodo in cui il responsabile dovrà assentarsi per motivi di salute, dall’8 febbraio a data da destinarsi. E se è vero che gli atleti potranno essere indirizzati a Belluno, ove è attivo analogo servizio convenzionato con l’Ulss Dolomiti, dalle società sportive, dai dirigenti e dagli stessi genitori dei ragazzi che fanno riferimento al Santa Maria del Prato, si leva una certa apprensione sui tempi tecnici di assenza dell’unico specialista che ha “le chiavi” per entrare e uscire dal Centro e l’accreditamento per centrare le diagnosi e non lasciare mai nulla di intentato. Che però lavora anche da solo.

Non ci sono sostituti che possano supplire alla sua assenza, di conseguenza Medicina dello Sport è condizionata al rientro del responsabile. Per Guido Ciccarone che non ha mai fatto mistero sul fatto di dover subire un intervento articolare in un centro ortopedico fuori regione, è arrivata la chiamata per l’8 febbraio.

Lo specialista ha già rassicurato i suoi assistiti che tornerà a Feltre per la riabilitazione, lanciando il messaggio che “anche con le stampelle” tornerà al lavoro e al servizio degli atleti nel più breve tempo possibile. E sarà presente in ambulatorio almeno fino al 7 febbraio. Purtroppo la Medicina dello Sport si è connotata negli ultimi tre anni da un turn over di medici che non ha consentito di poter prevedere l’eventuale assenza del responsabile.

Fulvio De Luca, arrivato a dare manforte a Ciccarone nel 2020 per contribuire alla messa in regime del secondo livello attribuito al Centro, che consiste nell'apertura alle visite per l'idoneità sportiva anche a persone con disabilità o a pazienti con patologie tali da non potersi sottoporre alle prove da sforzo o altri accertamenti diagnostici, dopo poco tempo ha scelto un’altra Ulss. E Lucia Scotton che con Ciccarone ha saputo gestire la delicata fase della valutazione di atleti Covid positivi poi negativizzati – il Santa Maria del Prato è stato fra i primi del Veneto a proporsi in tal senso – ha fatto la stessa scelta del collega precedente.l.m.

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