Feltre: medicinali, distribuzione nel caos

Disagi per i cittadini, ricette sbagliate. I farmacisti: c'è disinformazione
Le farmacie devono supplire alla carenza di informazione sulla distribuzione dei farmaci Pht
Le farmacie devono supplire alla carenza di informazione sulla distribuzione dei farmaci Pht
FELTRE.
Il risparmio sulla spesa sanitaria è tutto da dimostrare. Intanto di sicuro c'è che la distribuzione diretta dei farmaci Pht - medicinali ad alto costo per patologie croniche - che l'Usl 2 promuove con convinzione, sta mettendo in crisi i cittadini, i medici di base e anche i farmacisti, chiamati a compensare carenze di informazione e a indirizzare i pazienti sulla strada giusta.


Il primo problema, facilmente comprensibile, è logistico: raggiungere i punti di distribuzione diretta dei farmaci non è sempre agevole, soprattutto per gli anziani. L'ospedale di Feltre e il distretto di Fener soddisfano le esigenze di una piccola parte dell'utenza del comprensorio. Per gli altri c'è la condanna ad un viaggio - più o meno breve - da pianificare e da fare.


Ma la confusione è generale e coinvolge anche i medici di base. «Abbiamo a che fare costantemente con casi di informazioni confuse», dice Alessandra Portunato, direttrice della farmacia comunale. «Tra l'altro questa è la farmacia dell'ospedale e questo acutizza la confusione. In tanti si rivolgono a noi con la classica ricetta bianca, dicendo che il medico ha dato loro solo questa possibilità. E c'è da credergli se si considera che diversi medici sono sicuri di non poter più prescrivere i farmaci Pht con la ricetta rossa». La differenza è sensibile: con la bianca, in farmacia il medicinale è a totale carico del paziente. Con costi rilevanti.


«Da me arrivano spesso persone che chiedono delucidazioni per capire meglio il meccanismo della distribuzione diretta», racconta Federico Ricci, dell'omonima farmacia. «I disagi ci sono e non è solo questione di chilometri. I punti di distribuzione hanno orari limitativi e la disponibilità del farmaco non è sempre garantita». Per giunta l'Usl si affida a personale non specializzato, che non può sostituirsi ai farmacisti nelle indicazioni sull'uso dei medicinali. E' una sorta di "abuso della professione" che le recenti strategie dell'Usl - con il trasferimento di infermieri ai servizi territoriali - potrebbero incentivare ulteriormente. «Una scelta immotivata», sostiene Roberto Grubissa, farmacista di Quero. «Perché se è vero che l'Usl acquistava i farmaci tradizionali a metà prezzo, oggi i medicinali innovativi li paga quanto noi, ossia il 33 per cento in meno. Il risparmio medio già adesso si è ridotto attorno al 42 per cento, dunque alla lunga la tesi del risparmio non reggerà più e la distribuzione diretta non avrà alcuna ragione di esistere. E non si potrà più dire che è un sistema per tagliare i costi. La realtà è che le farmacie, qui più che altrove, sono istituzioni e punti di riferimento imprescindibili». (cric)

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