Feltre. Musica, parole e ironia: la Maratona di lettura decolla con Vecchioni
FELTRE. Una “serata di divertimento intelligente”, tra musica e parole, con la classe e l’ironia di Roberto Vecchioni. Un colpo d’occhio piazza Maggiore, riempita da 700 persone che alla fine hanno salutato l’ospite con una standing ovation. Nell’evento della domenica della “Maratona di lettura”, quasi due ore in cui Vecchioni, in dialogo con Nicola Maccagnan e con l’accompagnamento alla chitarra di Massimo Germini, ha regalato perle di luce.
«Cultura è essere curiosi, informarsi, chiedersi il senso delle cose. La cultura insegna a non farsi strappare il cuore». Sono tra le prime parole del cantautore. La prima canzone è un invito a non buttarsi giù: “Imparerò a volare”. Un brano ispirato ad Alex Zanardi: «Il destino l’ha battuto dieci volte. Ma lui è andato avanti. È un esempio vivo». Vecchioni ha quindi parlato del suo rapporto con la musica. «Non immaginerei la mia vita senza. Le cose esistono quando le colori. La più bella è comporre canzoni: è un atto creativo. In una situazione, devo sempre trovare una linea mai detta». Come ha fatto ne “L’infinito”, canzone su Leopardi arricchita da una parte recitata. Il poeta di Recanati ci riporta agli anni della scuola: ecco l’occasione di esplorare il Vecchioni insegnante. «È cambiata la società. Non si ascoltano più i maestri. Oggi si va verso un impigrimento generale. Si va a sintesi, ma prima ci vuole l’analisi. Il liceo classico non ti insegna le cose, ma è una ginnastica pazzesca per aprirti a ciò che non conosci. La cultura non è dare nozioni, ma accendere piccole lampadine».
Si è parlato di donne. La poesia “Io sono nelle parole” ha lanciato un nuovo amo: cos’è la parola? «È un simbolo. Le parole nascono quando l’uomo deve comunicare un sentimento con suoni adatti, dolci o forti». Il destro per una lezione sul senso delle parole, seguita da un tuffo in Sofocle, che nell’“Edipo a Colono” scrive un verso potentissimo: “Una parola ci libera di tutto il peso e il dolore della vita: quella parola è amore”. Lo spunto perfetto per “Chiamami ancora amore”. Ma cosa spinge ancora Vecchioni a raccontare? «Non potrei vivere senza questo continuo affastellarmi sull’animo umano. Mi riempie la vita». —
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