Feltre, palazzi e terreni all’asta

Il Comune a caccia di soldi. Il nuovo piano delle alienazioni ipotizza entrate per 6 milioni in tre anni. Nella lista anche le sedi dei lavori pubblici e del Ced

FELTRE. Più per dovere che per scelta, l’amministrazione Vaccari tenta ancora la sorte sul tavolo delle privatizzazioni e si prepara a mettere all’asta un pacchetto di “pezzi” pregiati: terreni, vecchi edifici ma anche qualche palazzo prestigioso in centro storico. Immobili che, se venduti, porterebbero ossigeno alle casse del comune. Negli ultimi anni però è andata malissimo. L’ultimo piano delle alienazioni, approvato appena dodici mesi fa, prometteva per il 2011 incassi per un milione e 665 mila euro. Ma neppure un’asta si è chiusa positivamente. E non era andata molto meglio l’anno prima, con una sola alienazione a favore dell’Ater: 338 mila euro di incassi su una previsione di un milione e 329 mila euro. Il mercato immobiliare in città è fermo, anche le cessioni più semplici diventano impossibili.

Il nuovo piano, che le commissioni riunite in seduta congiunta esamineranno oggi pomeriggio, lascia sognare introiti per sei milioni di euro da qui al 2014. Il comune vorrebbe vendere un po’ di terreni (al Pasquer, in via Volturno, in via Cavalieri di Vittorio Veneto), l’ex farmacia di Villabruna, il capannone fatiscente di via Folli (che potrebbe lasciare il posto a case per i carabinieri) per mettersi in cassa entro la fine del 2012 un milione di euro. E poi proseguire con il piano l’anno prossimo vendendo l’area ai piedi del palaghiaccio (liberata dai vincoli di inedificabilità) e il palazzo di via Mezzaterra che oggi ospita gli uffici lavori pubblici e il centro elaborazione dati.

Ma proprio su quest’ultima operazione si annuncia uno scontro molto duro. Perché l’amministrazione ha già cominciato a spostare gli uffici tecnici ai magazzini comunali di via Vignigole, togliendo spazi agli operai e cancellato il centro operativo comunale, destinato alla gestione delle emergenze. «È una mossa che ci lascia perplessi», contesta il consigliere del Pd Luciano Bona. «Sul cablaggio dell’edificio di via Mezzaterra si è investito tanto, adesso mandiamo gli uffici tecnici ed il Ced in una struttura che non è attrezzata nello stesso modo e che aveva un suo equilibrio e una sua organizzazione così com’era. Se l’alienazione è in programma fra due anni, perché tanta fretta? Anche solo per predisporre l’asta ci vorrà un sacco di tempo». Il trasloco però si è già iniziato, non senza perplessità fra gli stessi dipendenti coinvolti, che infatti hanno interessato della questione le rsu. Ma l’amministrazione non mostra tentennamenti. Dalle alienazioni dipendono nove delle quindici opere pubbliche programmate per l’anno prossimo. Vendere è un imperativo. Trovare acquirenti più di una necessità.

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