Feltre: pazienti in fuga, l'Usl si interroga
Alcuni reparti perdono il 60 per cento, il direttore convoca i primari
Il direttore generale dell’Usl Bortolo Simoni A destra l’ospedale
FELTRE.
Ci sono reparti che negli ultimi anni hanno registrato percentuali di fuga vicine al sessanta per cento. Ma non sono immuni nemmeno quelli più gettonati: le liste d'attesa lunghe e la concorrenza di Treviso e Usl vicine inducono i pazienti a emigrare.
A mettere di fronte alla realtà i primari, è stata la dirigenza Usl. Slides alla mano, ogni responsabile di struttura che conosce i dati sui pazienti attratti da fuori Usl ma non quelli di chi va a farsi curare in altri ospedali, ha potuto visionare le rispettive percentuali di fuga.
«Il problema è trovare l'equilibrio economico ed il posizionamento strategico per poter erogare, nelle discipline in cui ciò è possibile, il cento per cento delle prestazioni ai residenti della nostra Usl», spiega il direttore generale Bortolo Simoni. «E dove c'è margine, contiamo anche di mantenere una certa percentuale di attrazione da fuori Usl». Ma quello dell'attrazione non è l'obiettivo prioritario. Ciò che interessa alla dirigenza è arginare le fughe evitabili. «E' ovvio che per le alte specialità i pazienti si rivolgono ai grandi ospedali della regione, mi riferisco a cardiochirurgia o a neurochirurgia che a Feltre non ci sono», spiega Simoni. «Ma dato che abbiamo registrato un peggioramento del saldo di mobilità, ossia del rapporto fra chi viene al Santa Maria del Prato e chi invece sceglie altri nosocomi, dobbiamo interrogarci sui motivi e trovare eventuali correttivi. Se mettiamo le strutture nella condizione di funzionare al meglio, sia a livello di risorse che di investimenti tecnologici, quindi se non ci sono deficienze strutturali, il fatto che i pazienti cambino ospedale ci deve far riflettere. E' vero che da un anno all'altro il saldo di mobilità cambia significativamente. Ma la popolazione è più matura e quando scopre che la lista d'attesa è troppo lunga rispetto a determinate prestazioni, va a cercarsi l'appuntamento più vicino nel tempo in altri ospedali. C'è da dire che le Usl più grandi hanno una maggiore potenzialità di risposta. E i capoluoghi di provincia hanno un effetto di richiamo. Treviso, ad esempio, per la nostra gente è un punto di attrazione, mentre le aree di confine con i comuni di Sedico e della sinistra Piave che si sono accorpati all'Usl 2 nel 1994, tendono a rivolgersi all'ospedale di Belluno».
Insomma, i pazienti dell'Usl 2 che si sono rivolti alle strutture di Belluno, di Montebelluna che si è rifatta il look, di Castelfranco, oltre che agli ospedali di riferimento regionale, sono stati "fotografati" nelle richieste di prestazioni esterne, disciplina per disciplina. Ma Feltre non demorde e continua a investire. Giugno sarà il mese della prima pietra per la nuova piastra chirurgica.
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