Feltre, per sindaco e giunta arriva l’aumento: «Ora stipendi giusti»

Vaccari, pagato a Roma, aveva quasi azzerato i compensi Perenzin: «Alla città servono amministratori a tempo pieno»

FELTRE. Di questi tempi è la meno popolare delle delibere che una giunta possa approvare. Ma per il sindaco Perenzin e per i suoi cinque assessori la scelta è forzata. Aumentarsi lo stipendio - addirittura moltiplicarlo per tre nel caso del sindaco e per quattro nel caso degli altri componenti dell’esecutivo - è un passaggio necessario e urgente. Da due mesi la giunta opera in regime di volontariato per effetto del drastico taglio dei compensi votato dall’esecutivo Vaccari qualche mese prima delle elezioni. Il sindaco a fine mese ritira uno stipendio di mille euro lordi, ossia di seicento euro netti. E gli assessori portano a casa spiccioli: trecento euro lordi, ossia 150 euro netti. Cifre poco più che simboliche che Vaccari aveva imposto ai suoi con l’obiettivo di dare un segnale di sacrificio in tempo di crisi. Solo che poi lui, sindaco part time, ritirava a Roma il ricco stipendio da senatore. E gli assessori andavano avanti ognuno con il proprio stipendio da libero professionista o con la pensione.

Il quadro ora è radicalmente cambiato. Il sindaco Perenzin, concluso l’anno scolastico da insegnante, farà il sindaco a tempo pieno per cinque anni. E tra i suoi assessori c’è chi si dedicherà soltanto all’attività in municipio. È il caso di Adis Zatta, delegato ai lavori pubblici, al quale è richiesto un impegno totale. Diverso il caso degli altri: Luciano Perco e Giovanni Pelosio continueranno a fare gli avvocati, pur sacrificando l’attività professionale. Così anche Sabrina Bellumat e Valter Bonan. Quest’ultimo non prenderà aspettativa dall’insegnamento all’Agrario, ma almeno per l’estate sarà assessore a tempo pieno.

Il rebus, a questo punto, è il seguente: qual è lo stipendio giusto per chi amministra Feltre con totale dedizione alla causa? Perenzin e i suoi assessori se lo sono già chiesto. «Il parametro di riferimento è fissato dalla legge», spiega il sindaco. «Ma esistono due alternative. Quella che prevede il taglio volontario del 15 per cento. E un’altra che fissa la riduzione al 7 per cento, ma che non ha ancora un decreto attuativo». Stando alla legge, per le città di ventimila abitanti, si parte dai 2.700 euro lordi per il sindaco, si scende a 1.500 per il vice sindaco e si arriva a 1.250 (sempre lordi) per gli assessori. Che poi vuol dire più o meno 900 euro netti. Poco per chi lavora dalle otto alle dieci ore al giorno con pesanti responsabilità. «Proprio per questo abbiamo valutato la possibilità di fare una ripartizione diversa del monte-compensi, senza modificare il totale», aggiunge Perenzin. «Sarebbe stato premiante per chi lavora di più. Ma abbiamo scoperto che non si può fare. Per gli assessori quel tetto è tassativo».

L’aumento, dunque, si farà, probabilmente secondo i valori di legge e quasi sicuramente entro la fine di luglio, con una delibera che è in discussione già da un paio di settimane. «Per cominciare ci atterremo ai parametri», prosegue Perenzin, «poi vedremo se c’è modo di aggiustare il tiro». E se arriveranno critiche dai cittadini - il che non è da escludere - la risposta è pronta: «Bisogna scegliere tra avere un’amministrazione part time o a tempo pieno», insiste il sindaco, ripescando un tema già dibattuto durante la campagna elettorale. «Con i compensi di oggi è evidente che non si può fare niente. La città ha bisogno di amministratori che si prendono cura di tutte le cose, con disponibilità totale e dunque anche con compensi adeguati. Lo dimostra il fatto che abbiamo trovato una montagna di lavoro da fare, con arretrati da smaltire. Poi si può anche fare la scelta di lasciare che altre questioni si accumulino, ma noi preferiremmo fare diversamente».(cric)

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