Picchia un medico del Pronto soccorso, karateka a processo
Il caos in ospedale a Feltre, ferito un dottore di Volpago. Il paziente era stato sorpreso anche a danneggiare auto. Avrebbe malmenato pure l’infermiere che stava cercando di sedarlo
![Carabinieri davanti al Pronto soccorso dell'Ospedale di Feltre](https://images.corrierealpi.it/view/acePublic/alias/contentid/1gr5f6a6nhntdj59yep/0/copia-di-copy-of-sp_120085913.webp?f=16%3A9&w=840)
Karateka scatenato in Pronto soccorso a Feltre. Avrebbe picchiato un infermiere, ma soprattutto il dottor Francesco Diana, che quel giorno era di turno.
Massimiliano Cappa è andato a finire in tribunale per lesioni aggravate e il 22 gennaio ha perso l’avvocato di fiducia.
Il legale, la toga romana Cristiano Sandri, non si è proprio visto a Belluno, perché magari avrà avuto un altro impegno nella capitale, e il giudice Domenico Riposati ha incaricato il primo collega disponibile, Gianluca Nicolai, facendo partire il processo con un certo, giustificato ritardo, con tutti i testimoni che c’erano in atrio.
Il medico, trevigiano di Volpago del Montello, si è costituito parte civile con Enrico Rech e chiederà i danni per l’aggressione sofferta il 27 ottobre 2021, sempre se lo riterrà opportuno.
La ricostruzione è stata affidata all’unico infermiere sentito in tribunale dal pubblico ministero Maria Luisa Pesco e dal giudice Domenico Riposati, perché degli altri sono state acquisite le sommarie informazioni testimoniali, prima del congedo. Il processo è diventato poco più che un rito abbreviato sugli atti della Procura.
La premessa è che Cappa sarebbe stato sorpreso a danneggiare auto a Pedavena ed è stato necessario l’intervento dell’ambulanza, oltre che delle forze di polizia. L’uomo era stato portato in Pronto soccorso e sedato.
Il sanitario è entrato in servizio alle 22 e ha preso le consegne. Un paio di ore dopo Cappa si è svegliato e si trattava di sedarlo un’altra volta. C’era anche un infermiere del Centro di salute mentale.
«Ho preso uno schiaffo», ha spiegato in aula l’infermiere del Pronto soccorso che aveva appena tentato di buttare via la siringa, «che mi ha fatto volare via gli occhiali e dei calci. A quel punto, è arrivato il dottor Diana, che è stato colpito con un pugno sul volto, prima di prendere degli altri colpi. In qualche maniera siamo riusciti a bloccarlo e a renderlo inoffensivo».
Cappa non era in aula, ma «è un uomo imponente. Grande, grosso e soprattutto esperto di arti marziali. In più, si trovava in uno stato di grande agitazione».
Diana, mercoledì invece presente, si era fatto refertare un «trauma alla parete toracica sinistra con sospetta infrazione cartilaginea» per una prognosi di almeno 15 giorni. L’aggravante contestata dalla Procura della Repubblica è l’aver agito in danno di un esercente la professione sanitaria. Non c’era ancora il decreto legge 137 del 2024.
La fase istruttoria del processo è terminata, ma il nuovo difensore non era certo nelle condizioni di discutere: avrà tempo fino al prossimo 19 marzo per studiarsi gli atti e organizzare un’arringa il più possibile efficace. Ma prima ci saranno la requisitoria del pubblico ministero Pesco e quella dell’avvocato di parte civile Rech.
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