Anziana denuncia: «Mi ha portato via 60 mila euro». Ma lui si difende: erano compensi

Un uomo di Feltre a processo per appropriazione indebita: «L’aiutavo in tutti i modi e ha deciso lei i soldi»

Gigi Sosso
Un feltrino a processo per appropriazione indebita
Un feltrino a processo per appropriazione indebita

Appropriazione indebita o denaro regolarmente preso? Le versioni di parte offesa e imputato sono completamente diverse e il processo avrà un esito tutt’altro che scontato. Secondo una 73enne feltrina, che è seguita da un amministratore di sostegno e assistita dall’avvocato Patrizia Zannini, Mario Ambrosi si sarebbe impossessato in maniera illegittima di una somma sui 60 mila euro. Mentre per l’imputato, che è difeso di fiducia da Davide Fent, era stata la stessa donna ad accordargli spontaneamente un compenso di 400 euro al mese per tutti gli utilissimi servizi che lui le faceva.

Ambrosi si è sottoposto all’esame dell’imputato ed è stato molto preciso nella ricostruzione dei passaggi di denaro, tra il 2013 e il 2020. Aveva conosciuto la donna nel 2011, perché era amica della moglie e quest’ultima lavorava nello staff dell’allora onorevole Paolo De Paoli, sottosegretario al Tesoro, quando il ministro era Carlo Azeglio Ciampi.

Era proprio De Paoli a dare una mano alla parte offesa, prima che ci fosse un contenzioso tra i due, seguito da un avvocato montebellunese, che ieri mattina l’ha confermato in aula, in tutti i suoi dettagli. Davanti al giudice Paolo Velo e al pubblico ministero Sandra Rossi, Mario Ambrosi ha spiegato che «la signora mi aveva dato la delega a operare sul conto corrente aperto in una banca nazionale e ho fatto senz’altro dei prelevamenti, che potevano andare da mille a duemila euro, ma tutti autorizzati. Aveva più conti e mi occupavo delle commissioni che doveva fare, dalla spesa in poi e ci sono le distinte emesse dall’istituto di credito a testimoniarlo. A un certo punto, ha deciso di ricompensarmi con 400 euro al mese, una cifra con la quale spesso non rientravo nelle spese, che dovevo sostenere io, ma andava bene lo stesso. Su questo, non ci sono carte».

L’imputato era un esperto nella valutazione di lavori civili e l’aveva aiutata anche a vendere due appartamenti di notevole valore: «Parliamo di una cifra importante, parte della quale era andata per pagare le spese, a cominciare da quelle del rogito dal notaio. Ma non mi sono certo impossessato di soldi della signora. Ho fatto tutto in maniera trasparente».

Fent ha prodotto tutta una serie di documenti contabili, da un contratto di compravendita al saldo delle spese notarili, che è stata acquisita dal giudice, dopo un iniziale diniego. La fase istruttoria del processo è terminata e la discussione finale è stata messa in calendario per il prossimo 5 maggio. Da vedere se si andrà subito a sentenza o ci sarà un rinvio per eventuali repliche.

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