Rapina in autobus, il pm chiede nove anni di carcere per la baby gang

Richiesta di condanna per tre membri di una baby gang accusati di rapina e lesioni su un autobus a Feltre. Il pm propone pene fino a tre anni di reclusione, ma la difesa punta alla derubricazione dei reati

Gigi Sosso
Un autobus di Dolomitibus controllato dalla polizia
Un autobus di Dolomitibus controllato dalla polizia

Rapina di una cuffietta senza fili sull’autobus: chiesta la condanna per la baby gang. Il pm Marta Tollardo vuole tre anni, un mese e 25 giorni di reclusione più 1.400 euro di multa per Mahmoud Mhammad, Keisi Tazzara e Yasmine Ait Oufkir.

Due hanno origini maghrebine e uno è italiano. La pena tiene conto dello sconto previsto dall’abbreviato e delle attenuanti delle scuse e di un risarcimento tra i 200 e i 500 euro. I difensori Enrico Tiziani e Caterina Sparta, Gianluca Nicolai e Carlo Vigna hanno chiesto che i reati di rapina e lesioni aggravate vengano derubricati in quelli di violenza privata o esercizio arbitrario delle proprie ragioni, presentando un’istanza di assoluzione, anche perché nel frattempo la querela è stata ritirata.

Eventuali repliche e sentenza del giudice per le udienze preliminari Elisabetta Scolozzi alla fine di febbraio. Gli imputati erano tutti e tre in tribunale, mentre il quarto della compagnia è minorenne e di lui si occupa il Tribunale veneziano.

Secondo la ricostruzione fatta dal magistrato, il 21 maggio dell’anno scorso i quattro di età inferiore ai 21 anni si trovavano nel piazzale della stazione ferroviaria di Feltre, mentre la parte offesa era a bordo del bus sostitutivo del treno.

A un certo punto hanno deciso di agire e sono saliti sul veicolo, cominciando a minacciare il passeggero con frasi come «vieni fuori se hai il coraggio, esci che ti picchio e chi ti credi di essere», Mentre la ragazza lo teneva fermo sul sedile, i tre maschi lo colpivano con pugni e schiaffi sia al volto che alla testa. L’intenzione primaria era quella di rubargli il telefonino, ma hanno dovuto accontentarsi della cuffietta wireless del valore di circa 200 euro.

Se ne sono andati con la refurtiva di scarso valore, ma non hanno fatto tanta strada. Il ragazzo, che è di origine colombiana, ha chiamato i carabinieri, fornendo loro una descrizione puntuale dei presunti aggressori, così i quattro sono stati rintracciati in città, nel giro di poco tempo: per i tre maggiorenni sono scattate le manette e il trasferimento a Baldenich, mentre per il minore soltanto la denuncia, che è stata inoltrata alla magistratura lagunare per il seguito di competenza.

L’arresto è stato convalidato dal gip, tuttavia gli indagati sono stati rimessi in libertà con la promessa di non ripetere certe condotte. Nel frattempo hanno anche incontrato la parte offesa.

Contano sul fatto che il gup ridimensioni e sulla remissione della querela. Tra poco più di un mese la sentenza, mentre l’imputato più giovane potrebbe cavarsela con la messa alla prova, che consiste in un percorso rieducativo e nell’impegno a diventare un cittadino modello.

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