Feltre: rifornivano di eroina 50 ragazzi
Misure cautelari nei confronti di sei persone accusate di spaccio
A sinistra le immagini riprese dai carabinieri che testimoniano i movimenti dei sospettati tra i vicoli di Fonzaso e Pedesalto. In sei sono finiti nei guai per lo spaccio di eroina a 50 giovani
FONZASO.
Piccoli acquisti ma continui, viaggi frequenti ma spesso "silenziosi". I carabinieri hanno inferto un duro colpo al mercato dell'eroina, effettuando sei misure di custodia cautelare nei confronti di altrettanti presunti spacciatori. Ma a impressionare è il numero di assuntori segnalati in Prefettura: cinquanta. Tanti i giovani che periodicamente si regalavano emozioni pericolose tra Lamon, Fonzaso e Feltre. Sembrava un allarme quasi svanito e invece eccolo di nuovo qui in tutta la sua drammaticità. Il colpo inferto ieri dai carabinieri al mercato della droga alza il velo su uno scenario desolante: nel Feltrino l'eroina è tornata in tutta la sua prepotenza. L'operazione - denominata Good Luck - è scattata all'alba, quando i carabinieri del reparto operativo nucleo investigativo del comando provinciale di Belluno sono entrati in azione in diverse abitazioni di Fonzaso, Lamon, Feltre e Coriano di Rimini, dove si trova la comunità di San Patrignano. Con loro, anche i colleghi delle compagnie di Feltre, Riccione e il nucleo cinofili di Torreglia. Sei le misure cautelari effettuate sulla scorta dei gravi indizi di colpevolezza emersi in un anno di indagini. Agli arresti domiciliari si trovano J.T. (30 anni), residente a Fonzaso, L.S. (24 anni), di Feltre, e S.G., un venticinquenne di Fonzaso domiciliato a Lamon. Destinatari dell'obbligo di dimora sono stati invece B.T., 28 anni residente a Fonzaso (sorella di J.T. e convivente di S.G.), G.B, 28 anni di Lamon e M.D., 26 anni residente a Feltre. A far scattare le indagini è stato l'arresto, nel marzo di quest'anno, della coppia di conviventi. Erano stati proprio i due - entrambi fonzasini ma domiciliati a Lamon - a inventarsi un metodo "soft" ma efficace di compravendita degli stupefacenti. Il loro sistema di approvigionamento e di smercio era stato poi copiato anche dagli altri componenti del sodalizio. Il meccanismo era ben oliato: ogni quattro-cinque giorni qualcuno del gruppo si recava a Padova per rifornirsi di eroina. La droga poi veniva consegnata a domicilio oppure ceduta nei locali della zona. Nelle videoregistrazioni dell'Arma diffuse ieri pomeriggio dai carabinieri di Belluno ben si distinguono alcuni vicoli di Fonzaso, la zona di Pedesalto e le immediate vicinanze. Qui avveniva buona parte delle cessioni. Come acquirenti tanti ragazzi, ma - a quanto pare - nessun minorenne. «Molti sono tossicodipendenti, ma tanti erano dei "novizi"», ha spiegato ieri il colonnello dell'Arma Ettore Boccassini. Le indagini non sono state facili: i due conviventi, per esempio, non utilizzavano mai il telefonino. A loro modo, erano dei professionisti. Precisi e guardinghi. Di certo, sapevano fare bene i conti: la droga veniva comprata a Padova per 17-18 euro al grammo per poi essere rivenduta a cento euro. Calcolando che l'aquisto medio settimanale era di 30 grammi, il giro d'affari si aggirava sui tremila euro. La droga che veniva venduta in "quartini" finiva nelle tasche di apprendisti, lavoratori e studenti. Proprio questo giro continuo ha insospettito gli inquirenti, che - dopo mesi di indagine - sono riusciti a chiudere il cerchio. «Era un'attività parcelizzata e quindi quasi ipercettibile», ha detto Bocassini. L'eroina non veniva solamente assunta per endovena: «La nuova moda consiste nello sniffarla e nel fumarla», ha sottolineato il colonnello. «C'è la percezione che faccia meno male».
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