Feltre, rifugiati politici facevano i pusher di droga

Tre arresti a San Paolo di Feltre, la struttura di accoglienza. Avevano creato un giro di 30 acquirenti minorenni al giorno

BELLUNO. Avevano chiesto asilo politico ma fuori della struttura San Paolo, in alcuni parchi di Feltre, spacciavano hashish e marijuana ai ragazzi, anche 14enni: una trentina al giorno i clienti di tre nigeriani arrestati dalla polizia.

Tre le ordinanze di custodia cautelare chieste dal pm Marco Faion e firmate dal gip Sgubbi: la squadra mobile diretta da Maurizio Miscioscia è entrata in azione lunedì nel centro di accoglienza gestito dalla coop Dumia, dove “risiedevano” i tre presunti pusher “rifugiati politici”. Ma non si escludono sviluppi di questa “operazione Parco Gambia 2”, con altri arresti: “2”, perchè la Gambia 1 aveva portato a novembre 2016 ai primi arresti di gambiani. I particolari dell’indagine sono stati resi noti ieri dal questore Michele Morelli, dal capo della mobile Miscioscia, la dottoressa Sartorelli (che ha retto la Squadra nel passaggio tra la dirigenza di Mauro Carisdeo e l’attuale). Al tavolo anche il dirigente del Commissariato di Cortina, Luigi Petrillo per l’operazione sui furti a Cortina.

Spaccio di droga a Feltre, tre arresti

L’accusa per i tre pusher è di detenzione e spaccio di droga. L’indagine è nata dopo la segnalazione di un genitore, preoccupato per il comportamento anomalo del figlio 14enne. Si pensava a problemi di tutt’altro tenore, invece si è scoperto un giro di hashish che coinvolgeva decine di ragazzini, minori di 18 anni.

Servizi mirati della Mobile hanno messo in luce una rete capillare di clientela che riconduceva a stranieri richiedenti asilo, ospitati a San Paolo a Feltre, struttura di accoglienza gestita dalla coop Dumia. «Indagini di vecchio stampo» ha spiegato Miscioscia. «Abbiamo speso ore e ore in appostamenti anche in luoghi impervi: abbiamo così scoperto che gambiani e nigeriani si erano divisi il territorio».

I gambiani al Boscariz e i nigeriani che agivano tra Parco della Rimembranza e quello di via Damello. Minori i destinatari della droga, con una cessione di dosi che avveniva anche davanti alle scuole. Ma se i gambiani vendevano a 5 euro a dose, i nigeriani avevano alzato il prezzo: 9 euro.

«Dopo i primi arresti, l’attività era diventata più rischiosa» ha proseguito Miscioscia. Gli appostamenti del personale della sezione narcotici della Mobile hanno fatto individuare un gruppo attivo nello spaccio.

Gli arresti sono scattati lunedì mattina (per esigenze di indagini la notizia è stata resa nota ieri): colonne di auto della polizia viste lungo le strade tra Feltre e Belluno, con quelle della questura bellunese anche due equipaggi del reparto prevenzione e crimine di Padova, una del reparto mobile patavino e un’unità cinofila della polizia provinciale.

I destinatari dell’ordinanza sono i nigeriani E.K. di 25 anni, M.A. di 23 anni e un gambiano T.M. di 24 anni già in carcere a Treviso. Sono tutti richiedenti asilo e verrà loro revocato il programma di protezione. Gli arrestati nascondevano la droga nei parchi: la polizia ne ha sequestrata 1,8 kg. Nella struttura di accoglienza il sequestro della strumentazione utilizzata per l’attività. Sviluppi a breve: le indagini mirano al livello più alto, i fornitori. Si va verso Padova.

Due operazioni, ha spiegato il questore Morelli che si è complimentato con gli operatori, «che hanno un peso ordine e sicurezza pubblica. Ai profughi coinvolti è immediatamente revocato il regime di protezione internazionale: sono stati tenuti nel centro (benchè fossero già indagati) per esigenze di inchiesta, con piena intesa col prefetto. Quanto ai serbi arrestati a Cortina, è pronto il foglio di via appena le esigenze investigative lo permettono. L’indagine ha usato sistemi di prevenzione con telecamere che ci auguriamo sia implementato in provincia».

Cristina Contento

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