Feltre: scoperta la truffa dei matrimoni misti
Organizzazione trevigiana attraverso matrimoni di convenienza celebrati all'estero, permetteva a ragazze straniere di entrare in Italia grazie al ricongiungimento familiare. Tra gli indagati c'è anche un feltrino
Matrimoni combinati per favorire l’immigrazione: un fenomeno diffuso
FELTRE. Truffa aggravata e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La procura di Belluno ha chiuso il cerchio su un'organizzazione trevigiana che, attraverso matrimoni di convenienza celebrati all'estero, permetteva a ragazze straniere di entrare in Italia grazie al ricongiungimento familiare. Tra gli indagati c'è anche un feltrino. Nei guai sono finiti Mauro Martini, quarantaduenne considerato dagli inquirenti la mente dell'organizzazione, e due stranieri, Benbaiz Bouaz e la moglie Laila Farissi. L'inchiesta della procura di Belluno è scattata un anno fa, quando si presentò alla stazione dei carabinieri L.Z., trentasettenne di Feltre, anche lui oggi sotto indagine per gli stessi reati. L'uomo affermava di non aver ricevuto i diecimila euro che gli erano stati promessi per sposare una marocchina, così da farle avere il permesso di soggiorno grazie al ricongiungimento familiare. Il feltrino ha quindi spiegato agli inquirenti come era stato agganciato da Martini, che gli aveva promesso i soldi come ricompensa per il matrimonio di convenienza. Si era rivolto al quarantaduenne trevigiano perché aveva bisogno di soldi, da qui è nata la proposta di sposarsi dietro ricompensa. Ma per sposare la ragazza, il trentasettenne, una volta arrivato in Marocco, si è dovuto anche convertire alla religione islamica assumendo il nome di Mohammed. Un mese dopo la celebrazione del matrimonio, nel febbraio 2009, la marocchina è entrata in Italia usufruendo del ricongiungimento familiare. Il piano però improvvisamente si è inceppato. Per essere completamente regolare, i due avrebbero dovuto sposarsi anche in Italia. Ma, siccome non era stato ancora consegnato un euro dei diecimila euro promessi all'inizio, L.Z. ha deciso di tirarsi indietro e di raccontare tutto ai carabinieri. A questo punto sono scattate le indagini della procura di Belluno. Il sospetto degli inquirenti è che siano ben di più i matrimoni di convenienza organizzati da Martini, con l'aiuto dei due stranieri, difesi dall'avvocato Alessandra Nava, che contattavano in patria i genitori delle future spose. Infatti, se l'organizzazione era pronta a dare diecimila euro al "marito", con ogni probabilità alle famiglie di provenienza delle ragazze chiedeva almeno il doppio. Da qui l'accusa di truffa aggravata e favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina. I sospetti della procura di Belluno sono avvalorati dal fatto che Martini è tutt'ora indagato anche dai magistrati trevigiani (è il pm Giovanni Valmassoi a coordinare le indagini) per un giro di falsi contratti di lavoro per far avere a stranieri il permesso di soggiorno in Italia. Un filone dell'inchiesta è ora stato chiuso e i quattro (anche il feltrino L.Z., nonostante il fato che con la sua confessione abbia dato il via alle indagini) dovranno affrontare il processo con accuse decisamente gravi. In attesa che anche a Treviso la Procura chiuda le indagini. (g.b.)
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