Feltre, Don Soccal e don Bernardi abbracciano le comunità di Tomo e Porcen
Prime messe dopo la sostituzione dell’ammalato don Valerio Maschio: i due preti gestiranno in solido le due comunità insieme a quelle di Seren. Il vescovo Marangoni:
«Siete una comunità forte e compatta. Vi troverete bene»
Roberto Curto / feltre
«Sono felice di questo incarico, siete proprio bella gente». Così, don Robert Soccal al termine della messa a Tomo che ha segnato il debutto del parroco che d’ora in poi, in solido con don Giuseppe Bernardi, avrà la responsabilità delle parrocchie di Tomo, Villaga e Porcen, che passano dunque sotto Seren del Grappa. A officiare la funzione il vescovo Renato Marangoni, che ha dovuto trovare una soluzione stante la precaria condizione di salute del parroco di Tomo, don Valerio Macshio, che sta lentamente recuperando, ma che deve essere seguito e attualmente è ospite di Casa Padre Kolbe a Pedavena. Prima di Tomo, il vescovo aveva presieduto la messa a Porcen.
Una doppia presenza e partecipazione per spiegare i motivi della scelta compiuta, per rassicurare i fedeli e per rilanciare le iniziative nelle diverse parrocchie: «Don Roberto e don Giuseppe sono molto motivati, sono qui per voi, ma voi li dovete sostenere», ha detto il vescovo rivolgendosi ai fedeli che a Tomo hanno riempito la chiesa. «È una bella chiesa la vostra», ha aggiunto Marangoni, «e il merito è di don Valerio che non ringrazieremo mai abbastanza per quello che ha fatto in tutti questi anni. So che gli siete vicino e che gli siete affezionati. L’augurio è che in futuro possa riprendere, almeno in parte, il servizio, ma è improponibile che possa sobbarcarsi tutto questo peso da solo. Per questo, con l’accordo dei consigli pastorali di Porcen e Tomo è stato deciso di affidare questa parrocchie a don Soccal e don Bernardi che le gestiranno in solido insieme a quelle di Seren, Rasai, Caupo e Valle».
Dopo i problemi di salute che hanno allontanato don Valerio dal proprio ministero diversi mesi fa, la parrocchia è stata gestita da don Diego Bardin che l’ha amministrata in attesa di una soluzione: «I preti sono pochi», ha ribadito ieri il vescovo, «e allora ci è sembrato logico rivolgerci a don Roberto e don Giuseppe che comunque hanno già avuto contatti con la vostra comunità. Siete una comunità forte e si apre una fase nuova. Non si cancella la parrocchia, semplicemente entrate a fare parte di una famiglia più grande».
In un’omelia dedicata al battesimo di Gesù, evento raccontato da tutti gli evangelisti «che ci riporta alle origini e ci aiuta a concentrarci sulla nostra fede», ha detto Marangoni, la giornata di ieri è stata una sorta di battesimo anche don Robert a Tomo. Il parroco con il consueto linguaggio schietto e diretto si è rivolto brevemente ai fedeli a fine funzione: «La vostra è una comunità forte che ho già avuto la fortuna di conoscere. Gente che si aiuta, proprio bella gente».
«La diocesi sarà vicina in questo momento di transizione», la chiosa di Marangoni, «ma più riusciamo a sostenerci più ci riflettiamo nella bontà di Dio. Con il supporto del Consiglio pastorale e di quello per gli affari economici sono convinto che tutto andrà nel migliore dei modi. Don Robert e don Giuseppe sono parroci in solido, significa che potete rivolgervi all’uno o all’altro. Li troverete ad ascoltarvi».
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