Feltre: stop ai concerti, la città si ribella
Petizioni, appelli su internet e lettere: «Ingiusto colpire la musica»
FELTRE.
Monta impetuosa la protesta della città che chiede di lasciare la musica dal vivo nei bar. Dai giovani - ma non solo - si moltiplicano gli appelli e arrivano fiumi di parole, scritte individualmente o a più mani, come un eco che sale. Le voci sono tantissime e si fanno sentire: cancellare i concerti non risolve i problemi. Mentre i provvedimenti per abbattere i decibel in eccesso - oggetto delle lamentele dei residenti che vogliono dormire sonni tranquilli - devono essere definiti da un nuovo protocollo comunale atteso per oggi, molti clienti hanno chiesto alla Cikketteria Spritzoteca di aprire una raccolta firme contro un'eventuale chiusura anticipata dei bar. Già superate le cento sottoscrizioni. È una mobilitazione popolare quella che corre anche su Facebook con la nascita del profilo "giovani di Feltre" - dov'è pubblicata una lettera aperta - accanto ai post in continuo aumento. Il più commentato è quello di Luca De Paoli, cantautore e titolare del negozio-contenitore di eventi live Lo Stanzone, che conta decine di condivisioni. «Non capisco cosa si risolva con un periodo di stand-by. Si tratterebbe non solo di sminuire ma addirittura di impedire ai musicisti (e di conseguenza ai gestori dei locali) di fare il proprio lavoro, e questo è un fatto gravissimo. La musica è arte, creatrice di bellissimi momenti di aggregazione e condivisione che vanno preservati e non soppressi», dice De Paoli. «È ingiusto punire tutti i bar indistintamente, anche chi non ha mai creato problemi. Non confondiamo la musica con il chiasso all'esterno. C'è sempre stato (e sempre ci sarà) chi si lamenta per il cosiddetto "rumore" provocato dalla musica, ma negli ultimi anni il livello di tolleranza si è pericolosamente abbassato». Il titolare del bar Principe, Nicola Rech, fa una proposta: «Organizziamo un'assemblea con le persone che si lamentano per un confronto in cui ascoltare le ragioni di tutti. Un turista che viene e trova gente in giro ritorna, altrimenti la città si spegne. Alla base ci deve essere maggior tolleranza». Da cittadino e musicista, Mattia Curto si rivolge al comune: «Il problema non sono i concerti, ma i rari elementi che creano disordine». «Al turista che viene per visitare una mostra, partecipare a qualche iniziativa sportiva e per non perdersi il Palio o altri eventi, che cosa viene offerto di sera se la tendenza è quella di costringere bar e attività commerciali a rispettare l'orario di mezzanotte?», osservano i giovani di Feltre in una nota. Secondo questa logica, «a rischio ci sono anche manifestazioni come il Giro delle mura, la 24 Ore, la Mostra dell'artigianato che suscitano anch'esse proteste e malumori. Nessuna concessione ai rumori molesti, ma bisogna che la città sappia offrire un segno di vitalità». Sulla vita notturna si esprime diversamente il feltrino Mauro Vettor, che pone alcuni paletti: «Chiedo il rispetto delle norme sia nell'applicazione della legge anti rumore sia nel senso civico degli operatori del settore», dice. «I bar collocano un orchestra in spazi ristretti che pongono gran parte dei clienti all'esterno. E questa condizione pone al vicinato una partecipazione non voluta alla musica, con più intensità dopo la mezzanotte fino alle 2 con la partecipazione di minorenni, alcuni dei quali sono in uno stato di alterazione. Ben vengano iniziative di musica all'aperto e appuntamenti musicali in locali adeguati con volume consono».
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