Feltre: sul centro l'ombra del vecchio Prg

Ci sono diritti ancora in vigore, oggi in consiglio un voto controverso
FELTRE.
Il sindaco Vaccari ha promesso solennemente davanti al consiglio comunale che non succederà. Ma l'operazione urbanistica che l'aula voterà stasera potrebbe aprire le porte ad una nuova colata di cemento nel centro della città, abbattendo tutti i limiti fissati dal Pat e quelli di un ragionevole e sensato sviluppo. E quando dovesse succedere, probabilmente Vaccari non sarà più sulla poltrona di sindaco a rispondere della sua promessa non rispettata.  A leggere il titolo, nell'ordine del giorno del consiglio, sembra un passaggio di routine: «Trasposizione cartografica Feltre centro Ato 9». In effetti la maggioranza di centrodestra la presenta proprio così, come una trasposizione del vecchio piano regolatore, copiato incollato e aggiornato alla terminologia e ai "simboli" del Pat, piano più recente e che parla una lingua diversa. Eppure questa mossa apre una serie di dubbi che la stessa maggioranza non ha saputo chiarire, alimentando così lo scetticismo dell'opposizione e il sospetto che dietro ci sia l'intenzione di favorire nuove edificazioni.  Perché - prima domanda - si è fatto questo lavoro di trasposizione solo per il centro città e non per tutte le frazioni, passate direttamente dal Prg ai piani di intervento? Nel silenzio si insinua soprattutto un dubbio, ed è Paolo Perenzin della Sinistra Feltrina a spiegarne i contorni: «Con la trasposizione che il consiglio sta per approvare, si trascrivono i vecchi volumi del Prg, come a dare loro una nuova vita. Così si rimettono in gioco potenzialità edificatorie che oscillano tra i 750 e i 790 mila metri cubi, su una superficie di 582 mila metri quadrati. Un'operazione venti volte più pesante dell'Altanon».  A settembre del 2010, quando il consiglio diede il primo via libera, approvando l'adozione della trasposizione cartografica (oggi - scaduto il termine per le osservazioni - si vota l'approvazione definitiva), la minoranza chiese al sindaco di fare chiarezza. E la risposta di Vaccari - che ha ancora in mano la gestione dell'urbanistica - fu memorabile: «Non ho voglia e non è mio compito sapere le leggi dell'urbanistica». Seguì uno scontro furibondo, al termine del quale Vaccari arrivò a pronunciare la sua promessa solenne: «Quei 750 mila metri cubi non li daremo».  Ma se non 750 mila, saranno comunque tanti. Intanto perché - in attesa di redigere il piano di intervento vero e proprio (se mai lo si farà, visto che le lancette degli ultimi 15 mesi di mandato amministrativo hanno cominciato a girare) - da domani inizierà una sorta di periodo transitorio, durante il quale le uniche carte in vigore saranno quelle del vecchio Prg, aggiornate e ammodernate, fresche di approvazione ma con i volumi previsti quarant'anni fa. E poi perché, confermando il suo orientamento, l'amministrazione nel frattempo ha reso noti, in modo esplicito, i suoi orientamenti per il futuro del centro città. E tra i quindici punti elencati da Vaccari, al primo posto c'è questo obiettivo: «Eliminazione di tutti i residui volumetrici di cui non sia stata fatta esplicita richiesta al fine di poterne poi gestire la nuova distribuzione». Per i meno avvezzi ai termini tecnici, il senso è questo: da domani i vecchi volumi del Prg saranno riconfermati (lo sarebbero stati in ogni caso, ma la trasposizione rafforza il valore). I cittadini proprietari di aree o potenzialità edificatorie in centro (in base al vecchio Prg) possono chiedere di utilizzare i volumi e di costruire. Se non lo faranno loro, alla fine sarà l'amministrazione a passare all'incasso, come un croupier che spazza il tavolo da gioco, facendo man bassa di tutti i volumi utilizzabili e poi gestendone la distribuzione. Si parte da un "budget" di circa 750 mila metri cubi ed è difficile che - data l'importanza strategica del centro - i privati o infine il comune lascino per strada anche soltanto qualche briciola. E per dare l'idea di quale possa essere l'impatto dell'operazione sul cuore di Feltre, è sufficiente tenere conto che il Pat - disegnando il futuro della città da qui al 2020 - prevede che in tutto il centro di costruiscano soltanto 300 mila metri cubi.

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