Feltre: sulle spalle dei sindaci e dei volontari la Madonna dell'Inutile

Originale processione, a piedi, da Facen alla cooperativa Arcobaleno di Feltre, dove si sta svolgendo la settimana del Volontariato
Due momenti della processione della Madonna dell’Inutile
Due momenti della processione della Madonna dell’Inutile
FELTRE.
Gianvittore Vaccari, sindaco di Feltre e parlamentare della Lega, si sfila la giacca, rimane in maniche di camicia, indossa la fascia tricolore e si carica in spalla la "Madonna dell'Inutile".

Quella Madonna, composta di rifiuti fusi, che è invocata come la protrettice degli ultimi, dei rifiutati, guarda caso anche degli immigrati, dei profughi. Vaccari si unisce, nel portarla a spalla, a 7 alpini. E' l'ultimo tratto degli oltre 10 km dell'originale processione, a piedi, da Facen alla cooperativa Arcobaleno di Feltre, dove si sta svolgendo la settimana del Volontariato. Quattro ore abbondanti di cammino.

Sotto quel peso sono finiti anche l'ex sindaco di Alano, Fabio Dal Canton, e chi l'ha sostituito, da nemmeno una settimana, Amalia Serenella Bogana, ma anche la sindachessa di Pedavena, Maria Teresa De Bortoli e il suo collega padovano di Trebaseleghe. Gli alpini di Pedavena e Feltre hanno sopportato la fatica più pesante, ma non si sono sottratte neppure delle anziane suore. E si sono cimentati pure dei bambini, aiutati dai loro genitori.

«E' stata un'emozione unica» condividono i sindaci di Feltre e Pedavena. «Questo ed altro, per la Comunità Villa San Francesco, che non finisce mai di sorprendere per la sua fantasia (e capacità) educativa» hanno aggiunto.

Partito alle 16 da Facen, il corteo è arrivato verso le 20.30, preceduto da due muli, che portavano le bisacce delle cose inutili. Trionfale, per don Luigi Canal, responsabile dell'ufficio missionario, guida spirituale del pellegrinaggio, il tratto finale, l' arrivo in comunità. Vestito liturgicamente, di camice e stola, anche lui con una piccola bisaccia a tracolla, don Luigi è salito con disinvoltura su un mulo e da quel singolare trono ha condotto la preghiera.

Non era ancora finita. Raggiunta la comunità, il gruppo ha cantato i vespri, nonostante la stanchezza. E chi ha letto dal leggio una delle preghiere più commoventi? Uno degli arbitri italiani che meglio ha onorato l'Italia in campo nazionale, Roberto Rosetti, arrivato a Feltrer per portare un pugno di terra dello stadio dei mondiali di Johannesburg, dove ha diretto alcune partite di quel Campionato. Don Canal, durante le soste della processione, non aveva mancato di far riflettere sui problemi di più stretta attualità. E proprio in presenza dei sindaci aveva puntualizzato: «I profughi ci possono creare qualche disagio, ma non possiamo non aprire loro le nostre porte, i nostri cuori. Al di là di ogni ideologia».

Vaccari commenta: «Qui, in questa comunità s'impara l'arte dell' accoglienza. Noi a Feltre lo siamo stati. Non è vero che i veneti siano poco solidali, come si è detto in questi giorni. Lo sono quando hanno l'informazione giusta. I sindaci, una volta messi al corrente dei programmi, sono i primi a darsi da fare». E tra i "poveri cristi" della comunità diretta da Aldo Bertelle, fanno davvero riflettere questi sindaci di centrodestra, centrosinistra, della Lega e Civici, che sanno mettersi in gioco e si trovano a riflettere su temi intriganti, perfino a pregare insieme. Come fa riflettere la presenza, tra i pellegrini, di persone notoriamente non credenti - o diversamente credenti -, ma comunque alla ricerca. La Madonna dell'Inutile è stata composta con la fusione di rifiuti più diversi. E' la protettrice di quanti, apparentemente, non contano nulla, dei rifiutati. Anche degli immigrati, dei profughi.

«Ecco perché - sottolinea il direttore Bertelle - l'azione dei nostri sindaci è esemplarmente simbolica. Sono gli amministratori che si fanno carico degli ultimi. Ed ecco tutto il valore di quel Magnificat cantato a conclusione del pomeriggio». Un Magnificat cantato anche dai sindaci, ma con voce perentoria, dall'ex arbitro Rosetti, oggi designatore dei colleghi per la serie B. «Oggi, per essere bravi arbitri in campo, bisogna esserlo anche nella vita. E sarà sempre riconoscente alla Camunità Villa San Francesco e al suo direttore Bertelle, perché, con i suoi consigli, ha salvato la nostra categoria in un recente, bruttissimo momento».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi