Feltre, un altro stop al progettodella nuova centrale idroelettrica
Un passo avanti, due indietro. Come in un crudele gioco dell’oca, il comune si allontana di nuovo dal traguardo della centrale idroelettrica sul Caorame. Due anni dopo il primo stop al progetto, ecco un altro imprevisto che rimanda tutto al 2012
FELTRE.
Un passo avanti, due indietro. Come in un crudele gioco dell’oca, il comune si allontana di nuovo dal traguardo della centrale idroelettrica sul Caorame. Due anni dopo il primo stop al progetto, ecco un altro imprevisto che rimanda tutto al 2012.
Imprevisto ma non imprevedibile. L’area sulla quale dovrebbero installarsi l’impianto e le sue condotte lunghe quattro chilometri per prelevare l’acqua da Arson e portarla fino alle Busette di Pullir - hanno scoperto soltanto qualche giorno fa in municipio - è zona di protezione speciale, ossia oasi naturalistica di pregio, sottoposta a tutela da parte dell’Unione europea. Questo non vuol dire che sopra non ci si possa realizzare una centrale, soprattutto se di dimensioni modeste, ma che per farlo serve l’autorizzazione di Bruxelles. La pratica sarà lunga e anche gli uffici della Regione hanno messo in guardia l’amministrazione. Tant’è che l’assessore Elio Sacchet, che segue il progetto, deve laconicamente ammettere: «Non sarà una passeggiata. Servirà uno studio particolareggiato e i tempi si allungheranno. Non è uno stop definitivo, tutto è ancora possibile. Ma se tutto va bene i lavori di costruzione della centralina partirebbero alla fine del 2011, o più probabilmente nel 2012». Nel frattempo il progetto preliminare, realizzato dal Bim, è stato completato. E quello esecutivo sarà consegnato a giorni. Quindi non si riparte proprio da zero, anche se resta l’incognita della concessione.
Per l’amministrazione Vaccari, che della centrale ha fatto un cavallo di battaglia in campagna elettorale e che ha stravolto il progetto ereditato dalla giunta Brambilla, è uno scivolone a dir poco imbarazzante e anche l’addio ad un possibile taglio del nastro dell’opera. Ed è un brutto colpo anche per Cesiomaggiore, che con Feltre divide il progetto e aspetta i ricavi dello sfruttamento idroelettrico del torrente.
Lo stop di oggi si aggiunge a quello, non meno clamoroso, del marzo di due anni fa, quando Vaccari si scontrò con l’impossibilità - colpevolmente non preventivata - di affidare la realizzazione e la gestione dell’impianto (da realizzare alle Busette di Pullir) direttamente al Bim, senza passare per una gara d’appalto e con una convenzione che, a detta del dirigente comunale alla gestione del territorio, presentava anche diverse lacune sotto il profilo economico.
Il progetto lasciato dall’amministrazione Brambilla, invece, prevedeva la costituzione di una società di scopo con l’Acsm del Primiero per la realizzazione di una centrale a Salgarda, recuperando il vecchio stabile che l’amministrazione aveva pagato 150 milioni di lire. Un progetto meno impattante ma anche meno redditizio e che Vaccari ha deciso di accantonare, come altri tra quelli ereditati dal centrosinistra. Solo che ora, tre anni e tre mesi dopo, il piano alternativo non va avanti.
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