Feltrini derubati a Cima Grappa
FELTRE. I parenti di Cagliari erano saliti a Feltre per la laurea della nipote e figlia Carlotta, che venerdì è stata proclamata dottoressa a Venezia. Il fidanzato Stefano, 30 anni di Feltre, li ha ospitati, accompagnandoli sabato a visitare il sacrario a Cima Grappa.
Peccato che la scampagnata sia stata rovinata non soltanto dal tempo, ma anche da un topo d’auto (o più, ancora non si sa), che durante la visita ha spaccato i finestrini di due dei loro quattro automezzi, una Lancia Auto e un Renault Traffic da 9 posti, rubando le due borse lasciate all’interno.
«Eravamo una comitiva di 21 persone. Abbiamo parcheggiato le auto attorno alle 12 vicino al rifugio Bassano per incamminarci e andare a fare il giro dell’ossario, ma quando siamo tornati indietro, attorno alle 15, abbiamo trovato due auto con il vetro sfondato», racconta il giovane feltrino, «una delle borse era della zia, l’altra della cognata della mia ragazza. Dentro c’erano soldi e anche dei gioielli di valore, non solo materiale ma anche affettivo».
Il momento di rabbia e nervosismo è stato placato dai carabinieri di Crespano del Grappa, a cui è stata sporta denuncia, i quali hanno riferito come di episodi analoghi ne siano già capitati, in quella zona. Fortuna che la situazione, nella giornata di ieri, si è risolta. Almeno in parte. «Due escursionisti hanno ritrovato le borse, una a Col del Pupolo, a Borso del Grappa, l’altra in mezzo alla boscaglia, poco più su. Probabilmente chi le aveva rubate ha pensato bene di liberarsene durante la fuga». Subito la coppia si è recata sul posto per recuperare i beni ritrovati. Spariti però, come prevedibile, i contanti (circa 200 euro) e i bancomat, di cui uno lasciato inavvertitamente vicino al pin. «Dovremmo essere riusciti a bloccate le schede in tempo: lo scopriremo domani mattina (oggi, ndr) alla riapertura delle banche».
Oltre al furto c’è anche il danno, e non da poco: per sostituire entrambi i vetri ci vorranno almeno mille euro. «Mi sembra giusto avvisare la gente di fare attenzione: anche a 1800 metri, in un parcheggio grande come quello del rifugio Bassano, hanno avuto il coraggio di aprire le macchine». (f.v.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi