Fener: indagine per incendio doloso

La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo contro ignoti. Il Ceis: «Tramonta l’ipotesi di alloggiare lì dei migranti»
ALANO DI PIAVE. Incendio doloso: è questa l’ipotesi di reato con cui la procura della Repubblica ha aperto un fascicolo sul rogo che, nella notte tra domenica e lunedì, ha seriamente danneggiato l’abitazione di via della Vittoria a Fener scelta nei mesi scorsi dalla cooperativa Integra, emanazione del Ceis di Belluno, per ospitarvi un gruppo di migranti.


Il fascicolo, aperto dal sostituto procuratore Paolo Sartorello, è al momento contro ignoti. Toccherà ora alle indagini condotte sul campo dai vigili del fuoco e dai carabinieri della compagnia di Feltre chiarire da una parte l’esatta dinamica del rogo scoppiato attorno alle 22 di domenica, e dall’altra se le fiamme siano state effettivamente appiccate e per quale motivo.


Nella casa di via della Vittoria, affacciata sul tratto di Feltrina che attraversa Fener, erano stati completati da un paio di mesi dei lavori di sistemazione, imposti dal Comune di Alano d’intesa tra l’ufficio tecnico comunale, l’Usl e la prefettura.


La casa, infatti, era stata indicata come sede del progetto di accoglienza portato avanti dalla cooperativa Integra del Ceis di Belluno per alloggiare a Fener un gruppo di 19 profughi africani provenienti dal Senegal e dal Mali. Un progetto venuto alla luce a luglio e che aveva incontrato forti resistenze da parte della popolazione, che sul piano dell’accoglienza degli immigrati – l’aveva sottolineato anche il sindaco Serenella Bogana – ha dato molto negli anni passati, quelli della prima ondata migratoria. Tanto che per anni metà degli iscritti alla scuola primaria erano stranieri.


Resistenze e malumori venuti alla luce durante una vivace assemblea pubblica in cui era stato annunciato il progetto della cooperativa sociale bellunese incentrato sulla vecchia casa presa in affitto.


Saranno le indagini, ora, a dover chiarire l’effettiva intenzionalità dell’incendio che ha colpito la casa rossa di via della Vittoria, il secondo in pochi mesi visto che a luglio la tettoia esterna era stata a sua volta interessata dalle fiamme, all’epoca indicate come accidentali.


Saranno sempre le indagini a dover verificare anche se ci siano collegamenti tra il rogo di domenica e l’annunciatadestinazione della casa quale centro per l’ospitalità di profughi.


Progetto che ora, in ogni caso, appare sempre più lontano. Da una parte perché l’emergenza degli sbarchi di profughi sulle coste italiane si è nel frattempo attenuata. Dall’altra parte perché i danni subìti dalla struttura con l’incendio di domenica cambiano giocoforza le carte in tavola.


«Se c’era l’ipotesi della prefettura di mandare lì delle persone», dice don Gigetto De Bortoli, anima del Ceis bellunese, «questa ipotesi ora cessa».


Stefano De Barba


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