Ferie di agosto nel Bellunese. Sinteco: «Non chiudiamo mai»
LONGARONE
«Agosto? Noi non chiudiamo mai, tanto meno quest’anno. Siamo sempre in attività e l’emergenza Covid-19 non ci ha penalizzato per quanto riguarda gli ordini, che coprono abbondantemente tutto l’anno ed anche parte del prossimo, ma piuttosto nella consegna con regolarità dei macchinari che stiamo realizzando».
Stefano Giacomelli, general manager di Sinteco di Longarone, guida un’azienda che opera nel campo dell’automazione industriale di primo livello, realizzando macchinari ed impianti produttivi, nei settori del medical, automotive, farmaceutico, cosmesi, elettronica e meccanica di precisione.
«Il 70% del nostro fatturato proviene dall’estero – prosegue Giacomelli – e siamo ancora in crescita. Ma è chiaro che le nuove regole di sicurezza a seguito del Coronavirus ci penalizzano. Solo per fare un esempio, abbiamo una macchina in consegna i Turchia per una multinazionale che ha una sede anche in quel paese. Abbiamo già operato un attento collaudo in video call, così che il cliente ha potuto seguire il diretta il tutto, oltre ad aver inviato una persona della loro sede italiana per assistere in presenza alla procedura. L’esito è stato positivo, ma adesso si tratta di procedere alla consegna in Turchia. Ovvero trasferire la macchina ed inviare i nostri tecnici ad installarla. E qui nascono i problemi maggiori».
Di quale tipo?
«Il cliente chiede che i nostri tecnici facciano un tampone ed un test sierologico in Italia, 5 giorni prima, al massimo, della partenza. Arrivati lì, i nostri collaboratori verranno portati presso un laboratorio o un ospedale di fiducia dell’azienda turca per un altro tampone; quindi resteranno relegati in hotel aspettando l’esito del test ed alla fine saranno liberi di lavorare. E questo è nulla rispetto a quello che ci chiedono paesi come il Messico o la Cina, dove la pandemia, come si sa, è ancora oggi un grande rischio».
Quali sono le conseguenze?
«Che si vive alla giornata per quanto riguarda i protocolli nei diversi paesi, che si ha difficoltà nel rispettare il programma di consegna dei macchinari e quindi che slitta anche la fatturazione. C’è poi un altro problema non secondario: l’intasamento degli spazi produttivi, per poter continuare la produzione di nuove macchine bisogna spostare quelle già pronte».
Sinteco fa parte del Gruppo Bucci Industries di Faenza (guidato dal Presidente Massimo Bucci e dal fratello Stefano, nonché dall’Ad Tommaso Tarozzi), che ha fatturato lo scorso anno circa 200 milioni di euro. Di questi, ben 56 arrivano dall’azienda di Longarone.
Come vanno gli ordini? «Bene, negli ultimi due mesi, aprile e maggio, abbiamo avuto un incremento per macchine nel settore medical e beauty&home, in aumento anche rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Speriamo continui così e soprattutto speriamo che riparta l’automotive, settore sul quale pesa anche il passaggio progressivo verso i motori elettrici, che ridisegnerà tutto il mercato». —
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