Ferragosto, ecco la mappa dei supermercati che resteranno aperti

Bristot della Fisascat Cisl: «Lavoratori ormai allo stremo. Molti  si dimettono e vanno in fabbrica»
Paola Dall'Anese

BELLUNO. Super W, Kanguro, Eurospar e Lidl: questi i supermercati di Belluno che saranno aperti a Ferragosto. Come ogni anno,ci sono alcune società della grande distribuzione che hanno deciso di tenere aperti i loro punti vendita non solo nelle località turistiche, come è logico che sia, ma anche in comuni dove il turismo non è la principale fonte di reddito.

I 15 punti vendita del gruppo Walber saranno aperti solo al mattino, ad accezione di quello di La Valle Agordina che sarà accessibile dalle 8 alle 20. Apertura solo al mattino anche per gli otto i Kanguro sparsi in tutta la provincia. «Si tratta di una decisione presa per rendere un servizio ai cittadini, ma anche ai tanti turisti che in questo periodo frequentano la nostra provincia», precisa Giovanni Bianco del gruppo Walber. «La gente ormai si aspetta di trovare sempre aperti i supermercati», aggiunge Alessandro Buzzatti, titolare del Kanguro. «La nostra scelta deriva dalla constatazione che nei festivi si vede comunque un giro importante di clienti nei supermercati di cui non si può non tenere conto».

A tenere aperto tutto il giorno nel comune capoluogo saranno anche i supermercati Lidl di via Vittorio Veneto (8,30-20) ed Eurospar di viale Europa (9-19). Tutti gli altri esercizi commerciali saranno chiusi.

La notizia delle aperture ferragostane dei punti vendita della grande distribuzione fa alzare la protesta del sindacato di categoria, che interpreta il malumore che aleggia tra i dipendenti di questi esercizi commerciali, costretti a lavorare nel giorno di festa, magari saltando una gita con la famiglia e perdendo così un’occasione per stare tutti insieme.

«I lavoratori dei supermercati sono ormai stremati», evidenzia Stefano Bristot, della Fisascat Cisl. «Questi anni di liberalizzazione totale li ha sfiniti sia fisicamente sia psicologicamente, con ripercussioni negative sulla loro vita familiare. La prova di questo», afferma il sindacalista, «sono le decine di dimissioni arrivate al sindacato in questo ultimo anno a favore del settore industriale. Un cambio magari non sempre vantaggioso sotto l’aspetto economico, ma valido per la qualità di vita delle persone. Alcuni dipendenti se ne sono andati dopo tanti anni di lavoro, senza avere un altro impiego ad attenderli o senza dare il preavviso, rimettendoci così anche economicamente, tanta è la stanchezza». r.b.

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