Ferragosto sulle Dolomiti: selfie coreani sotto le Tre Cime di Lavaredo
Ecco i coreani. E a ferragosto più che negli altri giorni. Lungo l’anello ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo si sente una babele di lingue straniere, le più numerose sono quelle del sud-est asiatico, coreane in particolare.
C’è coda dal Lago Antorno fino al casello della strada, c’è coda per parcheggiare in alto (800 posti). C’è coda per entrare al rifugio Auronzo. Tutti in fila anche tra il rifugio Auronzo e il Lavaredo. E si cammina in fila indiana sullo strappo che porta alla forcella delle Tre Cime.
«Una situazione mai vista in altri tempi, se non in qualche rara giornata di pacifico assalto – ammette Tatiana Pais Becher, sindaco di Auronzo –. D’altra parte, in questi giorni, sia attorno al lago di Santa Caterina che a Misurina non si trova un posto libero. Sembra che tanti, dopo aver disertato la montagna in giugno, luglio e ai primi di agosto, si riversino proprio adesso sulle terre più alte».
La strada che da Misurina porta al rifugio Auronzo è aperta 24 ore al giorno. Il casellante entra in servizio alle 6 e smonta alle 20. Poi il pedaggio si paga automaticamente. Nei giorni scorsi è capitato quasi quotidianamente che già verso le 9.30 sia stato bloccato l’accesso verso l’altro, essendosi esauriti i posti auto. Strapieni anche i pullman del servizio pubblico. Ma pure di sera sono numerosi i turisti che salgono per apprezzare il tramonto o l’alba. Di notte, infatti, non si paga, però bisogna scendere già alle 6 del mattino.
«Va subito detto – tiene a precisare Pais Becher – che mentre alle Tre Cime sta confluendo tutto il mondo, i turisti ad Auronzo e in gran parte a Misurina sono quasi tutti italiani».
«E proprio questo è il momento degli italiani anche nei rifugi» conferma dal Berti, in fondo alla Val Comelico, il gestore Bruno Martini. «Dobbiamo ammetterlo: abbiamo registrato un ottimo mese di luglio, con la maggioranza di tedeschi. In questi giorni, invece, ci sono quasi soltanto italiani. E, purtroppo, ci rincresce ammettere che i cafoni non esistono solo al lago Sorapis».
Quassù il mondo delle ferrate. Sono tutte aperte. Via la neve, già a fine giugno, sono state prese d’assalto nel mese successivo. In questi giorni c’è un po’ di calma, perché gli escursionisti e gli alpinisti più responsabili – ammette Martini – si tengono alla larga dal caos ferragostano. Ci vogliono due ore per “arrampicarsi” sul ghiaione che porta al passo Sentinella. Da qui passa la famosa “Strada degli alpini”.
«Ha presente una calle veneziana che porta in piazza San Marco? Ecco, questo sentiero attrezzato è una coda continua, dal mattino presto fino al tardo pomeriggio – fa sapere Martini –. Basta un niente per volare dalla cengia, eppure troviamo gente che, anziché gli scarponi, ha i sandali, non porta il casco e tantomeno è legata. Arrivano su dalla val Pusteria, attraverso il rifugio Comici, e poi scendono la Cima undici. È davvero un miracolo che fino ad ora non sia accaduto nulla di grave». –
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