Ferragosto tutto esaurito solo a Cortina, nelle altre valli i turisti si fanno attendere
Il Ferragosto ai piedi delle Dolomiti non registra il tutto esaurito come accade a Cortina, dove la promozione olimpica ha richiamato numerosi turisti. Ci sono valli dove la riduzione delle presenze rispetto agli ultimi due anni non è dello zero virgola, ma è addirittura di due cifre, in qualche caso sopra il 10%.
«Siamo molto lieti per la risposta che i nostri cugini di Cortina hanno ricevuto», sottolinea Walter De Cassan, albergatore a Livinallongo e presidente provinciale di Federalberghi, «ma, purtroppo, i colleghi lamentano, in alcune aree, rallentamenti preoccupanti rispetto alle estati del 2018 e del 2017. O meglio, gli ultimi due anni erano stati davvero incalzanti, ci aspettavamo lo stesso risultato quest’estate, invece stiamo ritornando sulle solite medie».
Tutta e sola colpa del tempo incerto? «Senza dubbio», risponde De Cassan, «e, in particolare, delle previsioni che in taluni casi hanno aggravato le stesse condizioni meteo».
Non è che tanti turisti, che negli ultimi anni frequentavano i sentieri dolomitici, sono ritornati in Grecia piuttosto che in Egitto o altrove? De Cassan spiega che a subire le conseguenze di queste scelte sono soprattutto le coste, non la montagna. «È pur vero», ammette, «che tanti nostri sentieri sono ancora impraticabili, e questo tiene lontani non solo gli escursionisti, ma soprattutto il popolo della mountain bike che nel passato arrivava ogni estate più numeroso».
In questi giorni, però, accade che gli autisti dei pullman dei passi dolomitici arrivino sui valichi e si fermino sbottando per la fatica che hanno fatto a salire. Lo testimonia Osvaldo Finazzer, albergatore sul Pordoi. «Ho raccolto le lamentele di numerosi autisti di pullman», conferma, «che, soprattutto sui tornanti, si devono fermare o fare manovra per non investire i sempre più numerosi appassionati di bicicletta che salgono lungo le strade normali, perché non dispongono di piste alternative». Gli operatori turistici dei passi, peraltro, manifestano tutto il loro disagio perché quest’anno i parcheggi non si sono mai riempiti come succedeva nelle scorse estati. «Quella che stiamo verificando è una crisi che non ci aspettavamo», testimonia Finazzer. «Magari arrivano tante auto, ma i turisti che entrano in bar o ristorante e consumano solo molto pochi. Meno ancora gli stanziali. Ho dei colleghi che addirittura immaginano di dover rinunciare alla ristorazione nelle prossime stagioni».
Il presidente De Cassan precisa che le difficoltà sono presenti nel territorio provinciale a macchia di leopardo. Oltre che a Cortina, il pienone viene confermato da Sappada. In Comelico, invece, la stagione non ha il trend del 2018. «Il calo c’è e si vede», ammette Daniele Zandonella dell’albergo Bellavista di Dosoledo. «Lo si vede, per la verità, non solo negli alberghi, anche in valle».
Quel 10% di contrazione si spera di recuperarlo nei giorni di Ferragosto. Incide nella cifra il dato negativo di giugno, che il mese di luglio non è riuscito a recuperare.
«A creare dei problemi», spiega Zandonella, «sono state anche le previsioni meteo. Nei giorni scorsi avevo una prenotazione di venti posti, da parte di una compagnia che doveva fare la San Candido – Lienz, in bicicletta. Ha disdetto la prenotazione perché i meteorologi davano un tempo pessimo. In realtà non è stato così. E casi come questi ne accadono parecchi».
Il turista c’è e si vede, afferma invece Tatiana Pais Becher, sindaco di Auronzo. «Misurina non si lamenta affatto e dobbiamo ammettere di aver dovuto chiudere, parecchie volte, la strada per le Tre Cime già alle 9.30 del mattino, perché i parcheggi in quota erano esauriti». I rifugi, in realtà, non si lamentano, perché i temporali arrivano solo nel pomeriggio. «Dobbiamo interpretare puntualmente questa situazione per capire come potrebbe evolversi nel futuro», anticipa Leandro Grones, sindaco di Livinallongo. «Per l’inverno le nostre stazioni sono al top, non abbiamo bisogno di supplementi. Per l’estate, invece, e per l’allungamento delle stagioni, dobbiamo fare delle serie riflessioni. Quel che è certo è che non possiamo stare fermi, crogiolarci nei risultati del passato. Le esigenze del turista puntano sempre più alla qualità e alle nicchie del mercato; non sono richieste generaliste. Ma la gran massa dei visitatori è giornaliera, transita in auto e spesso neppure si ferma, si porta i panini da casa. Dobbiamo pensare a quali opportunità possiamo offrire per far sostare almeno una parte di questi turisti».
Giuliano Vantaggi, direttore della Dmo non ha dubbi. «Sulle Dolomiti abbiamo il 50% di stranieri, mentre calano gli italiani. Bisogna fare di necessità virtù, spingendo al massimo sulla promozione delle presenze d’oltre confine per consolidare la stagione invernale, ma soprattutto per accrescere gli arrivi in quella estiva». Polacchi, tedeschi, austriaci, cecoslovacchi invadono le piste da sci, e questo è un vantaggio. «D’estate dobbiamo renderci attrattivi», insiste Vantaggi, «con il mondo anglosassone e spagnolo». —
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