Ferrate più sicure con “Dolomiti senza confini”

Dopo gli interventi sulla Gabriella, si passa alla Roghel e alla Zandonella. Il progetto sta attirando alpinisti da tutta Europa

AURONZO

A poco più di un mese dalla sua inaugurazione, il progetto “Dolomiti senza confini” vanta già un grande appeal tra gli escursionisti europei di alta quota. La concatenazione di vie ferrate che corrono lungo la linea di confine tra Italia ed Austria, cento anni fa luoghi di guerra, sta facendo riscontrate numerose adesioni con un primo risultato: rifugi pieni nel mese di agosto per il quale è ormai impossibile trovare un solo posto letto ancora vuoto.

«Molti hanno posticipato le partenze a settembre, noi consigliamo di effettuare il percorso ad inizio autunno», fa sapere Bepi Monti, capofila del progetto, che in questi giorni ha fatto registrare una serie di interventi volti a mettere in sicurezza alcune delle ferrate maggiormente frequentate. Ad effettuarli sono state alcune guide alpine del gruppo 3 Cime.



Il primo intervento, completato proprio in questi giorni, ha riguardato la cengia Gabriella situata nell’alta val Giralba sul Giralba di sotto dove, grazie ad una nuova corda lungo oltre duecento metri, è stata adeguata la parte iniziale (o finale) della ferrata al fine di evitare il ripido e pericoloso canale centrale luogo negli ultimi anni di numerosi incidenti anche gravi. Il canalone, totalmente esposto a nord, per quasi tutto l’anno è ricoperto di neve, contestualmente agli inizi degli anni ottanta al suo interno sono state tolte le corde metalliche che ne permettevano l’attraversamento rendendo così l’area ulteriormente pericolosa.

La soluzione trovata, già completata per una spesa di circa 25 mila euro (comprendente anche il lotto di interventi previsti sulla ferrata Roghel ovest e sulle Guglie di Stallata prossimi ad iniziare), permette ora di affrontare la cengia Gabriella percorrendo la parete esterna con l’ausilio di gradoni.



Anche l’intervento pensato per il versante ovest della ferrata Roghel permetterà di evitare il pericoloso e ripido canalone centrale pieno di neve anche a giugno e luglio. L’intervento prevede la posa di una fune in acciaio con relativi chiodi di ancoraggio abbinati ad un lavoro complesso di disgaggio a monte per rimuovere una serie di massi instabili.

Un altro intervento riguarderà il versante est della stessa Roghel in direzione Guglie di Stallata sui campanili del Popera dove verranno sostituiti due tratti di fune per ottanta metri ed al tempo stesso inseriti alcuni gradini, sette per la precisione, volti a facilitare il superamento del tratto più verticale.



Qui l’intervento prossimo ad essere cantierizzato è da considerare molto complesso: è stato infatti rivisto integralmente il tronco di discesa denominato “circolo est”, che era stato chiuso dal 2015 con un’ordinanza comunale per l’estrema pericolosità. Il posizionamento di una fune in acciaio lunga 550 metri (misure già prese) oltre ad alcuni chiodi di ancoraggio e gradini per facilitare la progressione ne permetteranno presto la riapertura. —



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