Ferroli, a Roma i sindacati chiedono di rivedere il piano
ALANO DI PIAVE. «Il piano di rilancio di Ferroli deve essere rivisto dal punto di vista industriale e non solo finanziario». È la richiesta giunta ieri dal tavolo al ministero dello Sviluppo economico, dove si è discusso del destino del gruppo Ferroli e dello stabilimento di Alano di Piave. Presente anche il vice ministro, Teresa Bellanova.
«L’azienda», racconta Luca Zuccolotto, segretario della Fiom Cgil, «ha illustrato il piano così come voluto dal tribunale di Verona: prevede un esubero del 50% della forza lavoro su un totale di 1.250 addetti. A questo piano noi ci opponiamo, anche perché mette in serio pericolo i posti di lavoro e prospetta per Alano la cessione dello stabilimento. A questo punto, chiediamo che si modifichi il piano, cercando di trovare soluzioni diverse». Soluzioni sulle quali anche il ministero si è detto pronto a fare delle verifiche.
«Il progetto non può essere solamente funzionale al rientro dell’impegno finanziario, per quanto legato alla procedura concorsuale. Servono tempi più lunghi e una minore pressione del sistema creditizio, per favorire il reperimento di risorse aggiuntive per i necessari investimenti sui prodotti e sui processi», dicono Fim Cisl e Fiom Cgil.
Il Mise, dal canto suo, si è impegnato a mantenere aperto il tavolo, «convocando sindacato e azienda in qualsiasi momento alla luce dei nuovi sviluppo. E si è reso disponibile a sostenere progetti di investimento o innovazione, coordinati con le Regioni coinvolte».
Nei prossimi giorni il sindacalista riferirà a sindaci, Provincia, rsu e colleghi l’esito del vertice romano. (p.d.a.)
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