Ferroli, venduta a una ditta di Quero parte della fabbrica
ALANO DI PIAVE. Una parte dello stabilimento di Ferroli di Alano di Piave è stata venduta. Da quanto si sa, mancherebbero ancora alcuni passaggi e poi la parte nuova della fabbrica andrà in mano ad una ditta di Quero Vas. Questo passaggio, però, non dovrebbe portare al ricollocamento del personale che da un anno ormai è a casa in cassa integrazione a zero ore. La nuova proprietà, infatti, avrebbe già il personale da mettere al lavoro.
«Siamo preoccupati», dice il sindaco di Alano, Serenella Bogana, «perchè non sappiamo realmente che fine farà questa azienda che per tanti anni ha rappresentanto un volano per l’economia del nostro territorio». E proprio per conoscere meglio cosa riserverà il futuro allo stabilimento, la prima cittadina, non appena saranno passate le festività natalizie, chiederà che venga convocato il Comitato di sorveglianza con la presenza anche della Ferroli spa per capire cosa succederà. «Credo che sia venuto il momento di capire come stanno realmente le cose».
Era il luglio scorso quando è nata la nuova Ferroli che, tramite un nuovo piano aziendale e la chiusura di alcuni siti e il licenziamento di 750 lavoratori di cui 600 in Italia e 150 all’estero, è riuscita ad evitare la procedura fallimentare, godendo anche dei benefici di legge.
Il piano parla, come si ricorderà, della vendita dello stabilimento di Alano. Una vendita che in parte è giunta in porto. A farne le spese i 130 dipendenti che da un anno sono a casa. Di questi, nel frattempo, alcuni hanno trovato un altro impiego, altri sono andati in pensione approfittando degli scivoli messi a disposizione dal governo, mentre i 70 addetti rimanenti stanno seguendo, come da accordi con la Regione Veneto, dei corsi di riqualificazione. Corsi che ad oggi ancora non hanno prodotto l’esito sperato: cioè l’acquisizione di un nuovo posto di lavoro. «E d’altra parte per molti di questi dipendenti le occasioni non saranno tantissime, visto che hanno più di 50 anni. E a questa età, si sa, è difficile trovare un nuovo lavoro», conclude con preoccupazione il sindaco Bogana.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi