Festa della patata, pienone a Pradenich
CESIOMAGGIORE. Un’edizione da record per la festa provinciale della patata. Sono le 15, la cucina ha chiuso da mezz'ora per prepararsi alla cena, i pelapatate non conoscono pause e i capannoni di Pradenich straripano ancora di gente, tutta al coperto perché all'improvviso il cielo ha deciso di scaricare a terra una leggera pioggerella estiva.
Dai tavoli svettano centinaia di teste, intente ad apprezzare e accompagnare i canti della tradizione popolare e l'esibizione folk de “I Canfin”.
I banchetti di prodotti locali non mancano, affiancati da quelli di operosi artigiani intenti a vendere borse e centrini confezionati dalle signore del paese per raccogliere fondi da destinare al restauro della chiesetta dedicata a san Leonardo a Cesiominore, gioielli fatti a mano, grappe con ogni tipo di erba, manufatti in legno. C'è anche un'esposizione di bonsai e un angolo con dimostrazioni di impagliatori e di intagliatori del legno.
Ieri pomeriggio agli impianti sportivi di Cesio sono arrivate persone da tutto il Feltrino per partecipare a una festa ormai consolidata nella tradizione contemporanea delle sagre che rendono omaggio ai più buoni prodotti nostrani, tra cui l'apprezzatissimo tubero marchiato Deco.
Quest'anno il raccolto sta dando ottimi frutti, nonostante le piogge insistenti. E mentre cresce il raccolto crescono anche i partecipanti alla festa cesiolina: «Non possiamo ancora dare numeri certi, ma possiamo dire che c’è stato un 30 per cento di affluenza in più rispetto all'edizione precedente», afferma soddisfatto Eugenio Garlet, il presidente della cooperativa agricola La Fiorita che organizza la manifestazione, «abbiamo voluto mantenere gli stessi standard dello scorso anno sia per quanto riguarda il tipo di proposta per i tre giorni di manifestazione, sia per quanto riguarda i piatti sfornati in cucina. Il nostro successo è merito anche dei 140 volontari che hanno pelato quintali di patate, le hanno cucinate e servite al bancone con puntualità e cortesia. Per questo li ringrazio del lavoro che hanno svolto, rendendo possibile il successo di questa quattordicesima edizione».
«È così si fa il vero turismo, in queste occasioni di ritrovo e di omaggio alla tradizione culturale ed enogastronomica», punzecchia Garlet, «non certo perdendosi in chiacchiere come fanno certi amministratori, che spesso non arrivano a combinare nulla».
Molti i chili di patate venduti al banco dei prodotti locali al fianco delle altre bontà marchiate Fiorita, a riprova del fatto che i frutti del territorio piacciono e che piace il fatto che non debbano fare troppi chilometri per essere trovati. Come l'anno scorso, anche quest'anno il pasticcio di patate, assieme agli gnocchi e allo schiz e polenta, è andato a ruba, segno che il menu tradizionale piace sempre e che non c'è bisogno di rivisitarlo. Così come gli impeti di goliardia, come la riproposta per scherzo del titolo di “miss patata”.
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