Festa della Repubblica a Belluno, la medaglia di De Pellegrin torna a casa
BELLUNO. Un enorme drappo tricolore ha rivestito palazzo dei Rettori in occasione del 2 giugno. L'intera piazza Duomo si è vestita "a festa" per ricordare la nascita della Repubblica italiana. Sono passati 71 anni da quel 2 giugno in cui gli italiani scelsero questa forma di governo.
La giornata è iniziata con la resa degli onori al prefetto da parte di un picchetto d’onore interforze e con la cerimonia dell’alzabandiera. Subito dopo il prefetto ha letto ai presenti il messaggio inviato per l’occasione dal presidente della Repubblica.
Spazio poi alla cerimonia di consegna delle onorificenze Omri, delle Medaglie d’Onore e delle Tessere di Maestro del Lavoro. Inoltre il prefetto, insieme al piccolo Gabriel De Toffoli – socio dell’Associazione Sociale Sportiva Invalidi – ed al questore di Belluno, ha riconsegnato ad Oscar De Pellegrin la medaglia d’oro vinta alle Paralimpiadi di Londra 2012. Gli era stata rubata qualche mese fa a seguito di un furto in abitazione.
Sulle note dell’inno d’Italia eseguito dalla Filarmonica di Belluno 1867, la Squadra Speleologica Fluviale dei Vigili del Fuoco di Belluno ha “dato al vento” un drappo tricolore calandosi dalla torre dell’orologio di palazzo dei Rettori.
Nel suo saluto il prefetto Francesco Esposito ha sottolineato come «la festa della Repubblica sia il punto di arrivo di un percorso che parte dall’unità d’Italia ed attraversa tutti i passaggi significativi della nostra storia, dal 4 novembre 1918 al 25 aprile 1945». «Il sentimento di comune appartenenza che unisce noi italiani e che ci ha fatto e ci fa affrontare, insieme, le più difficili sfide che hanno recentemente impegnato il nostro Paese, come il terremoto che ha devastato il centro Italia – ha proseguito il prefetto – deve farci guardare con rinnovato ottimismo e fiducia al futuro».
Il Prefetto ha inoltre espresso la propria soddisfazione per il ritrovamento e la riconsegna, fortemente voluta a Belluno, della medaglia d’oro olimpica ad Oscar De Pellegrin, sottolineando come la restituzione del prezioso trofeo, oltre a chiudere una ferita aperta, rappresenti una risposta concreta dello Stato al sentito bisogno di legalità.
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