Festa per i 50 anni di vita della parrocchia di Tai
PIEVE DI CADORE. «Sono sempre stata convinta che la parrocchia è un punto fondamentale per il territorio, specie nelle zone di montagna». Così il sindaco di Pieve di Cadore, Maria Antonia Ciotti, intervenendo, al termine della solenne funzione religiosa con cui è stato ricordato il 50° della nascita della parrocchia di Tai, avvenuta il 19 settembre 1963. «Un saggio uomo politico, qualche anno fa», ha aggiunto Ciotti, «sosteneva che dove c’è la parrocchia i montanari non se ne vanno, perché i paesi restano vivi e progrediscono. Lo dimostra la parrocchia di Tai che ha già dato don Giovanni Unterberger, don Francesco Silvestri e tra poco darà anche Alessandro Coletti che il 12 ottobre diventerà diacono».
La messa, affollata, presieduta dall’arcidiacono monsignor Diego Soravia, ha visto anche la presenza dei sacerdoti che appartengono alla storia della comunità parrocchiale: don Mario Zanon, che prese il posto di don Giovanni Belli, il primo parroco, quando nel 1974 decise di andarsene a lavorare con don Orione; don Flavio Del Longo, successore di don Mario e che solo l’anzianità ha costretto a lasciare la parrocchia; infine don Enrico Roncaglia, l’attuale parroco. Insieme a loro hanno concelebrato anche don Giovanni Unterberger, don Fabiano Del Favero e Francesco Silvestri, nati e cresciuti attorno alla chiesa di S. Candido. «Insieme a noi, oggi», ha detto l’arcidiacono, iniziando l’omelia, «c’è, seppur solamente in spirito anche don Giovanni Belli, sulla cui tomba a S. Vito, oggi è stato deposto dei fiori. Ma importanti sono due aspetti: il “già” e il “non ancora”: il già si riferisce al febbraio del 1963, quando un comitato di fedeli di Tai chiese all’arcidiacono di allora, monsignor Angelo Fiori, di separare la chiesa di Tai da quella di Pieve. Per il non ancora vorrei che, come la fontana al centro del paese ha più bocche, ognuna portasse il nome di ognuno di voi». (v.d.)
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