Una fiaccolata per l’istituto Pio XII: «Un colpo al cuore vederlo chiuso»
Ex pazienti da tutta Italia per rinsaldare la vecchia amicizia e per sottolineare l’importanza del sito
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Il viaggio più lungo lo ha fatto una famiglia partita dalle Marche. Una delle cinque regioni rappresentate a Misurina nella serata di sabato quando, per il 18° anno consecutivo, è andata in scena la fiaccolata dell’amicizia in ricordo dei tempi andati, trascorsi allegramente tra i corridoi e gli ambulatori del Pio XII.
Un’iniziativa spontanea, che da qualche anno ha assunto una doppia veste. La prima è la più importante: rinsaldare un sentimento di amicizia, nato in un contesto tutt’altro che felice. Bambini oggi adulti accomunati da una malattia asmatica curata a Misurina semplicemente respirando l’aria buona della montagna.
Corridoi e ambulatori del Pio XII che diventano un’isola felice. La seconda veste, la più dolorosa: «Vedere oggi quella struttura così grande e colorata (inconfondibili le pareti esterne di colore giallo tali da rendere la “sagoma” del Pio XII iconica in tutto il mondo) desolatamente chiusa è un colpo al cuore», ripete Vittorio Gherri, di Montechiarugolo, paesino dell’entroterra parmense, ex paziente del Pio XII capofila del gruppo “Amici di Misurina” che da 18 anni porta avanti l’organizzazione della fiaccolata dell’amicizia.
Eccolo l’altro grande tema che si rinnova dalla fine del 2022 ad oggi. Un sentimento di profondo dispiacere nel vedere il Pio XII chiuso. Una scelta della proprietà, la diocesi di Parma, dettata dai conti in rosso. Storia ormai ben nota. «La speranza che possa riaprire non è mai tramontata, noi nel nostro piccolo continuiamo ad accendere le nostre fiaccole in segno di speranza», sottolinea Vittorio Gherri, attorniamo da un bel gruppo di amici, un tempo bambini oggi adulti con mogli, mariti e figli al seguito.
Sono partiti, anche stavolta, dalle Marche, come detto, ma anche da Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia per rinnovare la tradizione della fiaccolata dell’amicizia. Pernottamento, pranzi e cene nei ristoranti di Misurina per un weekend innevato. E poi il clou, concentrato nel pomeriggio di sabato, con la fiaccolata lungo la pista del Col de Varda all’imbrunire.
«Chi non ha sciato o non sa sciare, la fiaccola l’ha tenuta in mano, accompagnando la discesa dalle rive del lago», ha raccontato Gherri, «poi, una volta terminata la discesa, ci siamo ritrovati tutti insieme a passeggiare, sempre con le fiaccole accese in mano, negli stessi luoghi dove tantissimi anni fa andavamo a camminare con i medici, le suore e le nostre accompagnatrici con il solo obiettivo di respirare a pieni polmoni l’aria buona di questa montagna».
Il clima battagliero che aveva accomunato, anche gli Amici di Misurina, all’indomani della serrata del Pio XII, sembra stia iniziando a lasciare spazio a un sentimento più mite. Un misto tra dispiacere e rassegnazione. Qualcuno, quest’anno, ha deciso anche di non tornare. Troppo il disappunto nel ritrovarsi di fronte, per il terzo anno consecutivo, l’imponente struttura del nosocomio al buio.
La fiaccola della speranza oggi ruota attorno al progetto Dynamo Camp. L’unico in grado di riaprire le porte del Pio XII, anche se solo parzialmente. Terapia ricreativa offerta a minori affetti da patologie croniche gravi: questa la mission dell’organizzazione che ha sede tra le colline pistoiesi, in Toscana. «La speranza è l’ultima a morire», ripete Vittorio, che sorride quando si ritrova insieme ai suoi Amici di Misurina, «l’unica certezza in questo momento è che il prossimo anno, a febbraio, noi saremo di nuovo quassù». —
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